“Per singolare e preoccupante coincidenza non figurerebbe alcun lavoratore iscritto alla Cgil tra i neo assunti alla Fiat di Pomigliano d’Arco, nonostante che all’atto del referendum sull’accordo aziendale la Fiom annoverasse tra i suoi aderenti circa 85O lavoratori”: è quanto si legge in un’interrogazione parlamentare presentata dal Pd alla Camera e al Senato.

Prime firmatarie a Palazzo Madama sono le senatrici Anna Maria Carloni e Teresa Armato. Mentre a Montecitorio primo firmatario Salvatore Piccolo e tra gli altri anche l’ex ministro al Lavoro Cesare Damiano, Andrea Orlando, e i campani Luisa Bossa, Pasquale Ciriello, Luigi Nicolais, Eugenio Mazzarella, Costantino Boffa, Antonio Cuomo, Fulvio Bonavitacola. “Si paventa sempre di più il concreto rischio – si legge nell’interrogazione – che una quota rilevante di lavoratori non venga riassorbita dalla nuova società con una prevedibile conseguente riduzione degli organici che, si teme, possa essere attuata con criteri pesantemente discriminatori nei confronti di quella parte dei lavoratori iscritti o vicini a una determinata componente sindacale ed, in particolare, alla Fiom Cgil”. “E’ del tutto evidente che una tale ipotesi determinerebbe una gravissima e intollerabile lesione della libertà sindacale e delle garanzie poste a tutela dei lavoratori dalla nostra Costituzione che sancisce il principio di non discriminazione per ragioni per ragioni politiche, religiose, sindacali, di razza di lingua e di sesso e, più specificamente, dalla legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) che, ad esempio, vieta di condizionare l’assunzione di personale all’adesione o meno a una determinata organizzazione sindacale” concludono gli esponenti del Pd nell’interrogazione parlamentare.

 

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