di Alessandro Gatto*

Chiediamo immediatamente la messa in sicurezza ambientale e sanitaria permanente di tutto il territorio dell’agro aversano-litorale domizo flegreo !!! Questo procedimento risulta essere preliminare ad ogni eventuale ed auspicabile azione di bonifica, che comunque deve essere attuate sotto lo stretto controllo delle popolazioni locali. Il piano di messa in sicurezza ambientale deve provare a contenere e limitare quanto possibile i gravissimi danni ambientali provocati dai rifiuti tossici sversati in questo territorio a partire da circa 25 anni ad oggi. In primo luogo deve essere assolutamente vietato l’utilizzo dell’acqua di prima falda freatica per qualsiasi fine.

Inoltre noi, da diversi anni, stiamo proponendo la conversione all’agricoltura cosiddetta “NO FOOD”(cioè agricoltura non destinata nè all’uso umano, nè animale e nemmeno come biomasse da incenerire) nei siti già caratterizzati e in quelli che si caratterizzeranno in futuro come inquinati. In questo modo si consente la continuità’ agro economica, si evita che possibili derrate alimentari avvelenate continuino ad arrivare nel piatto dei cittadini e al contempo si inizia ad attuare una prima parziale bonifica dei suoli contaminati. Perché, alcune specie botaniche, in particolare hanno la naturale capacità di attuare un processo che viene definito phitoremediation, cioè fitoestrazione dei contaminanti dal suolo. Solo così potremo iniziare a vedere realizzato il sogno di tantissimi cittadini di non essere più terrorizzati dal territorio in cui vivono. Sappiamo che Sogesid a novembre del 2010 ha iniziato il lavori di caratterizzazione e la fase di analisi e di monitoraggio dell’ inquinamento prodotto in alcuni siti dell’area denominata “agro aversano-litotale domizio-flegreo.

Si stanno utilizzando piezometri, carotaggi, analisi di acqua percolato, suolo, e così via. Ora chiediamo che i dati vengano resi pubblici e resi facilmente comprensibili per tutti senza mistificazioni e mezze verità !!! L’Opcm n.3891 del 4.10.10 primo stralcio, contiene l’attuazione del piano di caratterizzazione area in località masseria del pozzo e località schiavi sita nel comune di Giugliano in Campania. Il lavoro è finito nel maggio 2013. Ci chiediamo cosa si farà ora ??? E’ stata attuata, dunque, tutta la caratterizzazione di Giugliano denominata “area vasta”. L ‘area vasta comprende tutte le discariche denominate: Resit (1 e 2), Schiavi, cava Giuliani, Masseria del pozzo, Novambiente, ed altre sempre in quella zona. Qui si concentrano, probabilmente, le discariche più inquietanti di tutta la Regione Campania.

Contemporaneamente alle caratterizzazioni sono state fatte le analisi delle acque di pozzo, cioè di prima falda, in una area di circa 2000 ettari a monte e a valle delle discariche suddette, facendo anche lo studio idrodinamico dello scorrimento delle acque di falda. Si è appreso da questo studio che la direzione dell’acqua va dal territorio del comune di Parete (Caserta) verso il lago patria (Giugliano in Campania (NA) – vicino al mare). I risultati ottenuti sono stati il ritrovamento di: composti organici volatili ed altre sostanze pericolose e cancerogene, su questi dati il comune di Giugliano ha dovuto emettere un divieto di utilizzo delle acque di pozzo. Ma ora ci chiediamo: quanto queste acque di falda ed il relativo inquinamento passa ai prodotti ortofrutticoli ??? Quanto è minacciata la salute dell’ambiente e la salute delle popolazioni qui residenti ??? IN QUESTO SENSO SI DEVONO DARE CERTEZZE AI CITTADINI !!! SOLO CERTEZZE !!! Dopo il declassamento da sin (sito di interesse nazionale) a sir (sito di interesse regionale) dell’agro aversano-litorale domizio flegreo cosa potrà fare la Regione Campania di più di quanto è stato fatto (non fatto) finora ??? Su queste discariche suddette chiediamo immediatamente la messa in sicurezza permanente.

Innanzitutto si deve togliere quel micidiale percolato delle 2 Resit e si deve evitare che altro percolato, proveniente dalle nuove precipitazioni meteoriche, continui a permeare tutto il velenoso contenuto delle discariche, arrivando al sottofondo degli invasi in oggetto. Le bonifiche sono altra cosa dal punto di vista tecnico, siamo d’accordo, ma si devono pensare tutte le azioni per evitare l’ulteriore compromissione ambientale della zona. Tanto per avere un’idea ricordiamo in questa sede che la Resit 1 è profonda circa 30 metri per circa 6 ettari, In questa come nelle altre della zona suddetta si deve fare l’emungimento di quel percolato e la captazione del biogas che si continua a produrre. Poi ci sono i siti come quello di S. Giuseppiello che non è una discarica. In questi siti, che credo ancora non si conoscano tutti con precisione ci sono liquami tossci sversati. Per esempio nel sito denominato S. Giuseppiello, hanno trovato cromo e pcb (policlorobifenili). Ci sono altri due terreni, uno alle spalle di Novambiente, dove c’era un alveo. In quel terreno risulta esserci una contaminazione da cov (composti organici volatili) e metalli pesanti. Su questi tre pezzi di terreno ed in terreni del genere, penso che ci sono le condizioni per imporre una riconversione verso l’agricoltura “No food”.

È urgente avere un monitoraggio delle acque di falda intorno a quelle micro discariche diffuse dove sono stati scaricati 10 camion o 20 camion di fusti tossici, nelle aree di Casal di Principe, Villa Literno e così via. In quei luoghi si deve subito interdire la coltivazione e si deve passare subito al “No food” e si deve interdire qualsiasi utilizzo delle acque di pozzo. Proviamo a realizzare, con realismo e con buon senso, cose fattibili a fare la messa in sicurezza permanente. Ma ancora oggi ci sono sversamenti di rifiuti pericolosi. Ancora oggi e non stiamo parlando di quello che è successo circa 25 anni fa. Per l’aumento dei tumori innegabile ormai nella zona in oggetto si devono ottenere dei registri tumori affidabili. Tutto quello che si vede lo sappiamo già (discariche, montagne di “ecoballe”, microdiscariche abusive sparse un po’ dovunque, fumi neri e tossici dovuti alla combustione di rifiuti industrili, agricoli e solidi urbani in aperta campagna…). Ora ci serve sapere quello che non si vede !!! SUBITO !!!

Poi si deve assolutamente debbellare il fenomeno degli sversamenti abusivi illeciti con i loro conseguenti roghi tossici. Ci sono stati, negli ultimi tempi, enormi sversamenti di frigoriferi (e di tanti altri tipi di rifiuti speciali) nelle campagne di Giugliano in Campania nei pressi delle discariche Resit. Alziamo l’attenzione per capire cosa c’è. Qui c’è in ballo la nostra vita. La vita di tutti noi. Quindi se noi non sappiamo bene cosa si nasconde nellle nostre terre, nelle falde acquifere e in tutto l’ambiente che ci circonda come possiamo proteggre l’ambiente e noi stessi ??? Ora dobbiamo attivare tutti i canali scientifici affidabili per sapere quello che non si conosce ancora. Ed è ancora tanto.

*Referente settore rifiuti ed inquinamento del WWF Agro aversano-Napoli nord e Litorale domizio

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