Dopo i cinghiali, nel mirino del governo finiscono i lupi. Dopo l’emendamento FdI alla manovra che apre alla possibilità di abbattimenti di fauna selvatica in città, nella notte della fiducia alla legge di bilancio è stato approvato un ordine del giorno presentato dalla Lega per ‘declassare’ lo status dei lupi. Ora il governo è impegnato “ad adottare iniziative affinché il lupo sia declassato da specie ‘protetta prioritarià a specie ‘protetta’”. Il tutto “nella direzione di un Piano Nazionale di Gestione del Lupo che tuteli la specie ma anche i comparti agrosilvopastorali”. Come quella degli ungulati nelle aree urbane, anche la vicenda dei lupi si presta a facili ironie ma presenta risvolti molto seri e coinvolge interi territori (e bacini elettorali). Già a fine novembre la questione s’è presentata in quel di Strasburgo, dove gli eurodeputati a larga maggioranza (306 voti favorevoli, 225 contrari e 25 astensioni) hanno adottato una risoluzione per modificare lo status di specie protetta del lupo. “In ragione dell’aumento degli attacchi” registrato in anni recenti, “e non appena sia raggiunto lo stato di conservazione desiderato”, precisa la risoluzione, va modificato lo status del carnivoro per aiutare a proteggere il bestiame e per facilitare il risarcimento dei danni causati agli allevatori dai grandi predatori. Sull’orlo dell’estinzione, il lupo fu considerato specie protetta per la prima volta nel 1971, con il Decreto Ministeriale Natali, che ne vietò la caccia e l’uso di bocconi avvelenati. Poi nel 1976 il lupo divenne specie integralmente protetta (Decreto Ministeriale Marcora).

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