AVERSA – “Facciamo tutti un passo indietro per farne tanti in avanti ed unire tutte le forze che, in questomomento, sono interessate al cambiamento. Ma questa è una partita che non potrà essere giocata in tavoli ristretti perché tutti devono essere protagonisti per riprendere un percorso interrottosi dieci anni fa e che oggi vuole ridare un futuro ai giovani. Volevamo cambiare questa città, non è stato possibile, ma almeno non siamo stati loro complici”.

E’ con queste parole che l’avvocato Raffaele Ferrara ha chiuso la convention del movimento Aversa Bene Comune, tenuta questa mattina all’ex Macello, per individuare un progetto comune in grado di mettere al centro l’interesse generale. Tanti gli interventi che si sono alternati al tavolo dell’auditorium di via Lennie Tristano. Luca De Rosa ha ricordato la strategicità della città di Aversa che, con opportune scelte politiche, può diventare un punto di riferimento strategico per qualsiasi grande azienda.

“Una città – ha detto – che deve sfruttare il grande patrimonio intellettuale rappresentato dalle due facoltà universitarie e la sua collocazione geografica che la pone al centro dell’area del Mediterraneo”. Marco Monica ha ricordato che la città in questi dieci anni è diventata invivibile e che molte scelte prese da questa amministrazione hanno portato un netto peggioramento nella qualità della vita. Momento centrale dell’evento l’intervento di Davide Vargas. L’architetto ha illustrato interventi che potrebbero essere realizzati per recuperare il tessuto urbano e sociale della città. Bruno Lamberti ha chiesto ai presenti di dire basta ai luoghi comuni su Cimarosa e la cultura. “Il patrimonio della città – ha detto – da solo non può bastare a portare sviluppo”. Applauditissimo inoltre l’intervento di una giovane che ha chiesto ai presenti: “Dove sono i giovani. Senza di essi qualsiasi progetto politico di cambiamento, anche il più nobile e ambizioso, resterà fine a se stesso. Organizziamoci e andiamo a prendere i giovani da fouri ai bar perché Aversa non è solo questo”.

Altissima l’attensione in sala e applausi scrocianti in più occasioni, soprattutto quando a prendere la parola è stato l’ex sindaco Ferrara: “”Quando un’amministrazione va via – ha tuonato – deve fare un bilancio. Io chiedo a voi cosa lascia il centro destra dopo dieci anni di governo della città? Nulla”. Ferrara sfida anche Ciaramella ad un confronto pubblico per tracciare un bilancio delle rispettive esperienze amministrative anche se le stesse non hanno avuto la stessa durata. L’intervento di Ferrara ha sottolineato come Aversa abbia perso il proprio ruolo di guida del comprensorio. “In questi giorni – ha detto – sono stati arrestati numerosi sindaci del nostro territorio. A prescindere dal lavoro della magistratura va aperta una riflessione su come il territorio sia stato amministrato, su come sia stato utilizzato e molte volte abbruttito”. Non potevaon mancare, chiaramente, riferimenti alla crisi della politica e dei partiti tradizionali, i quali non riescono più ad interpretare il disagio che arriva dalla società.

“Sono convinto che anche ad Aversa – ha detto – sia presente quel malumore che in città come Milano,Napoli, Genova e Cagliari ha portato alla sconfitta delle grandi forze politiche. Sta a noi, adesso, saper interpretare ad Avesa quel malcontento e tradurlo in cambiamento. Tradurlo in un’azione politica che rimetta al centro quello che la mia generazione chiamava interesse generale e che oggi la politica chiama bene comune”.

“Oggi – ha continuato- vedo tanti giovani chiedere il voto. Ma io chiedo a loro su cosa? Perchè dovrebbero candidarsi se non c’è una coalizione, non ci sono progetti politici. E’ gente candidata sul nulla che perpetua quella patologia del consenso a cui tutti noi con il nostro impegno dobbiamo porre fine”.

Angelo Golia

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