I candidati Pd in corsa per la segreteria nazionale verso l’accordo: primarie il 26 febbraio. Una settimana dopo la data – sin dall’inizio indicativa – del 19 febbraio indicata un mese fa. Se ne parlava da diversi giorni nel Pd, tra smentite e accelerate, ma alla fine il punto di incontro si sarebbe trovato tra i quattro candidati alla leaderhip – Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli – su un complesso di regole che porteranno a eleggere il nuovo segretario. In sostanza, le primarie si terranno il 26 febbraio, per allontanare la data dalla Regionali di Lazio e Lombardia del 12 febbraio, ed attenuare dunque i contraccolpi del voto sui gazebo. Dal Nazareno, però, filtra la posizione di Enrico Letta: “Per il segretario la data per le primarie resta quella del 19 febbraio in linea con quanto già deciso. Eventualmente sarà la Direzione della prossima settimana a valutare la richiesta dei candidati, essendo la Direzione stessa delegata dall’Assemblea nazionale a gestire l’ingorgo creato dal voto imminente per il rinnovo della 4 amministrazioni regionali”. L’area Bonaccini, il più contrario a un ulteriore slittamento, avrebbe alla fine accettato il rinvio di una settimana, inserendole però di una serie di norme sulla trasparenza del voto degli iscritti: in particolare, le iscrizioni per partecipare al congresso si chiuderanno il 30 gennaio. Non ci si potrà cioè più iscrivere dopo quella data per votare alla assise.Tra il 30 gennaio e il 3 febbraio verrà compilata dai circoli una anagrafe degli iscritti, per impedire il rischio di doppi voti in fase di assise. Solo dopo il 3 febbraio partitrà dunque il voto dei tesserati: il primo e il secondo classificato nel voto degli iscritti accederà poi ai gazebo aperti anche agli elettori. La nuova data del congresso dovrà comunque essere votato e confermato dagli organismi dirigenti del Pd: la direzione si riunirà il 10 gennaio e di seguito sarà convocata l’assemblea nazionale. La decisione sul rinvio delle primarie, che circolava già nei giorni scorsi, è stata resa necessaria dalla data delle regionali il 12 febbraio. Una data troppo ravvicinata per consentire in particolare ai circoli di Lazio e Lombardia di prepararasi al congresso. Per questo sono stati proprio i dem delle due regioni al voto a insistere per lo slittamento. La decisione non è stata comunque indolore. Se Paola De Micheli si è infatti detta quasi subito a favore rilanciando il tema dello slittamento nei giorni scorsi, il governatore Bonaccini ha tirato inizialmente il freno, preoccupato che ulteriori spostamenti in avanti indeboliscano sempre di più partito. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, sostenitore di Bonaccini, da settimane chiedeva addirittura di anticipare le primarie a gennaio.

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