Capibastone e truppe cammellate marciano verso il congresso nazionale Pd in direzione primarie. Manca solo l’ufficialità ma la data della consultazione aperta sarà spostata dal 19 al 26 febbraio. Il nuovo timing avrà pochi effetti sul risiko dei posizionamenti. La novità politica è un’altra: le correnti non sono più granitiche, salvo rare eccezioni. Le candidature di Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli hanno sfaldato le componenti “storiche”. Sulla carta il presidente dell’Emilia Romagna parte con i favori dei pronostici. Lo appoggia Base Riformista, capeggiata da Lorenzo Guerini. Tra gli esponenti di spicco figurano Alessandro Alfieri ed Emanuele Fiano. L’area dell’ex ministro della Difesa, in corsa per la presidenza della commissione bicamerale Copasir, è composta da molti ex renziani, come lo stesso Bonaccini. In minoranza con Nicola Zingaretti ed Enrico Letta, ora intravedono il traguardo della guida del partito. Con il governatore si sono schierati anche la parlamentare Lia Quartapelle e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. A sorpresa Piero Fassino ha sposato la causa di Bonaccini. L’ex sindaco di Torino, già ministro e segretario Ds, ha detto addio ad Area Dem e fondato Iniziativa Democratica in dissenso con Dario Franceschini che sostiene Elly Schlein. Il passaggio da Area Dem a Bonaccini lo hanno fatto anche due eurodeputate: Patrizia Toia e Pina Picerno, quest’ultima in tandem con l’aspirante leader del Pd con la prospettiva di indossare le vesti di vicesegretario. Da qui (sono entrambi casertani e molto legati) la scelta pro-Bonaccini di Stefano Graziano, capogruppo dem della commissione Difesa della Camera. Il coordinatore della mozione Bonaccini è il sindaco di Firenze Dario Nardella, a ruota altri due noti primi cittadini: la fascia tricolore di Pesaro Dario Ricci, inizialmente candidato alla segreteria, e il sindaco di Brescia Emilio Del Bono. Bonaccini ha incassato il sì di Simona Malpezzi, capogruppo dem al Senato, e dei big Pierluigi Castagnetti e Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia. Sulla sua riva è approdata anche la deputata Valeria Valente e stando ai rumors sarà presto siglata l’intesa con Matteo Orfini e con il governatore campano Vincenzo De Luca, seguito dal figlio Piero, vicecapogruppo dem a Montecitorio. Chi sta con Elly Schlein? Anche la leader di “Open Pd” sta messa bene. Letta da “neutrale” la porta nel cuore. Ma il pezzo grosso a suo sostegno è Franceschini, sempre determinante negli ultimi congressi. Lo seguono esponenti storici come Franco Mirabelli e Marina Sereni, ma altri hanno abbandonato l’ex ministro (Picierno docet). Anche Francesco Boccia, coordinatore politico della piattaforma Schlein e commissario regionale del Pd campano, ha perso per strada alcuni seguaci: in primis Emiliano.

Andrea Orlando e Nicola Zingaretti

Nel campo della 37enne si è collocato il Dems Antonio Misiani, coordinatore della mozione, ma la sua corrente guidata da Andrea Orlando è ancora in fase di riflessione. Da sempre vicino a Schlein è l’europarlamentare Pierfrancesco Majorino, candidato presidente della Lombardia. Con lei molto probabilmente anche i componenti delle ex Sardine. Più distanti, sempre sulla carta, Gianni Cupero e Paola De Micheli. Il primo è il leader della corrente Radicalità per Ricostruire, che ha come principale esponente l’ex ministro ed ex deputata Barbara Pollastrini. La candidatura dell’ex presidente del partito piace agli intellettuali che orbitano nel perimetro del centrosinistra, tra cui i politologi Pietro Ignazi e Nadia Urbinati. Per avere un quadro più chiaro sulla “forza” di Cuperlo bisogna attendere il piazzamento di di alcuni pezzi grossi dell’area Orlando come Goffredo Bettini. Anche l’ex Guardasigilli non ha sciolto la prognosi. Per ora sono considerati “equivicini” a Cuperlo e Schlein. La collocazione della componente di Orlando “sposterà”, non poco. Paola De Micheli è al timone della corrente Rigenerazione democratica, composta da diversi amministratori locali. L’ex ministro delle Infrastrutture e Trasporti è al lavoro per incassare il via libera di qualche esponente nazionale. Tra gli indecisi spiccano l’ex segretario Nicola Zingaretti e il capogruppo al Parlamento europeo Brando Benifei, dato vicino a Bonaccini. Dal mosaico interno del partito mancano ancora alcune caselle. Il grosso è fatto. Non resta che attendere l’esito del voto nei circoli (tra il 27 gennaio e il 12 febbraio) e poi quello delle primarie aperte del 26 febbraio (in caso di slittamento). Tra le due consultazioni è previsto uno scarto consistente. Schlein è meno forte nel partito, mentre sfonda di più nel mondo più ampio del centrosinistra, dove pesca anche nel mare di Articolo Uno. Nel big match decisivo Bonaccini rischia. I bookie puntano comunque sul governatore dell’Emilia Romagna. Ma i giochi sono aperti.

Mario De Michele

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