“Il sottoscritto avvocato Vincenzo Gaudino, in qualità di sindaco e legale rappresentante del Comune di Orta di Atella, comunica di recedere, ad ogni effetto e conseguenza di legge, dal contratto di impegno allo stato vigente tra questo Ente locale e la Eco società cooperativa sociale onlus, fatti salvi tutti gli obblighi derivanti dalla realizzazione e attuazione dei progetti in corso di esecuzione e di valutazione”. Questa la comunicazione del primo cittadino ortese inviata lo scorso 9 agosto ai vertici della coop Eco. Nonostante l’incessante campagna per la legalità ingaggiata da mesi da Campania Notizie Gaudino ha tentennato per un lunghissimo tempo prima di sbarazzarsi con un atto ufficiale della cooperativa sociale, già presieduta da Sofia Flauto, indagata dalla Dda di Napoli per reati di camorra. Nell’ambito dell’inchiesta sui legami tra il clan dei Casalesi e una fetta del Terzo settore la Flauto è accusata di concussione, turbativa d’asta, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e per 416 bis primo comma, che prevede “l’aumento di pena quando la condotta tipica sia consumata al fine di agevolare le associazioni mafiose, abbia natura oggettiva concernendo le modalità dell’azione, ovvero abbia natura soggettiva concernendo la direzione della volontà”.

Eugenia Oliva

Noi di Campania Notizie, come tutti i cittadini onesti di Orta di Atella, abbiamo colto con giubilo la notizia del provvedimento del sindaco. Ma non possiamo esimerci dal far notare che si tratta di una decisione assunta con un ritardo imperdonabile. Le pesanti accuse e le ombre si addensavano sulla coop Eco già dal 9 dicembre 2021, quando è stato emesso il decreto di perquisizione per ben 20 indagati. All’indomani dello scandalo, di cui si è parlato in tutt’Italia, Gaudino e company non hanno mosso un dito, né proferito parola. Un atteggiamento incomprensibile sia dal punto di vista politico che amministrativo. Nei mesi successivi la maggioranza ha fatto di peggio. Il primo cittadino del Pd, il suo vice Enzo Tosti di Città Visibile e gli assessori Eugenia Oliva del Pd, Marilena Belardo di Città Visibile, Pasquale Del Prete e Saturnino Di Benedetto, questi ultimi entrambi di area dem (pubblichiamo tutti i nomi a futura memoria) hanno approvato lo scorso 17 maggio una delibera, passata all’unanimità con tutti presenti, per confermare la convenzione tra Comune e coop Eco per “l’adesione alla rete partenariale per la presentazione, l’attuazione e la gestione di programmi di intervento di servizio civile universale” (link in basso). Incredibile. Non solo, dopo l’avvio dell’inchiesta dell’Antimafia di Napoli, Gaudino e il centrosinistra non hanno strappato la convenzione in essere con la Eco, ma addirittura a maggio l’hanno pure premiata con la riconferma. Era doveroso nei confronti dei nostri lettori avviare un’approfondita inchiesta sulla cooperativa, con tanto di carte e documenti ufficiali. E solo dopo un “bombardamento” quasi quotidiano di Campania Notizie il sindaco Gaudino è stato costretto a fare dietrofront. Lo scorso 9 agosto ha “liquidato” la Eco. “Comunica – si legge nel documento sottoscritto dal primo cittadino – di recedere, ad ogni effetto e conseguenza di legge, dal contratto di impegno allo stato vigente tra questo Ente locale e la Eco società cooperativa sociale onlus”. Tutto bene? Per niente. Innanzitutto non si capisce il motivo per cui l’amministrazione comunale abbia impiegato tutto questo tempo per cacciare la Eco (l’indagine della Dda risale al 9 dicembre 2021). In secondo luogo come è passato per la mente alla giunta di confermare, il 17 maggio, la coop?

C’è di più. Nella sua comunicazione Gaudino recede dal contratto con la Eco “fatti salvi tutti gli obblighi derivanti dalla realizzazione e attuazione dei progetti in corso di esecuzione e di valutazione”. E qui c’è un’altra nota dolente. La coop, “creatura” di Sofia Flauto, cura per conto del Comune atellano i due progetti del servizio civile. Le selezioni per la scelta dei 20 volontari sono state effettuate dalla Eco, che continuerà per tutto l’anno ad occuparsi del progetto. Se si tratta di una cooperativa non affidabile, come attesta lo stesso Gaudino nel momento in cui le dà il benservito, chi ci assicura che le selezioni siano state svolte regolarmente? Peraltro tra i “prescelti” ci sono parecchi nomi illustri. Troviamo Antonella Cicatiello, candidata alle ultime comunali nella lista Democratici e Riformisti e nipote di Stanislao Cicatiello, ex consigliere di maggioranza dell’amministrazione comunale di Salvatore Del Prete “Monsignore”. Poi c’è Sara Origine, componente di Officina Femminista, presieduta dalla moglie di Luigi Mozzillo, capogruppo consiliare di Città Visibile. Il vicepresidente dell’associazione è l’assessore Marilena Belardo, anche lei di Città Visibile. Sara Origine è la figlia di Giuseppe Origine, tifoso, guarda un po’, di Città Visibile e strenuo sostenitore social di Gaudino. Fa “rumore” anche il nome di Brigida Crispino, moglie di Daniele Pellino, altro hooligan del sindaco su Fb. Tra gli unti dal Signore spicca Giuseppe Cirillo, figlio di Lello, storico dirigente della società di pallamano Atellana Handball. Della società è dirigente anche Giovanni Moccia, consigliere comunale di Città Visibile. Tra i fortunati giovani selezionati c’è Giuseppe Balasco, portiere dell’Atellana Handball. Con la dipartita della coop Eco, decisa dal sindaco, le selezioni per il servizio civile sono una garanzia? Ai cittadini l’ardua sentenza. Nel frattempo il silenzio assordante di Gaudino e di Oliva, assessore “balneare” alle Politiche sociali, è più pesante di una condanna passata in giudicato.

Mario De Michele

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I NOMI DEI PRESCELTI NELLE SELEZIONI DEL SERVIZIO CIVILE

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