Il presidente del consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato, ha trasmesso oggi alla procura della Repubblica di Venezia il resoconto stenografico integrale della seduta in aula del 5 ottobre scorso con l’intervento del consigliere della Lega Giovanni Furlanetto, che aveva espresso parole pesanti nei confronti del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Furlanetto aveva parlato di un ”vecchietto partenopeo” che vive ”da nababbo”; ma il giorno dopo aveva spiegato che si trattata di ”vezzeggiativi”. ”In data odierna – scrive Ruffato nella lettera con cui ha trasmesso la trascrizione – i competenti uffici del consiglio mi hanno messo a disposizione il resoconto stenografico integrale della seduta dell’assemblea legislativa di mercoledi’ 5 ottobre. Detto resoconto relativo alla discussione dell’art. 1 della proposta di legge regionale statutaria attualmente all’esame del consiglio riporta anche l’intervento del consigliere Giovanni Furlanetto oggetto di vari articoli apparsi negli organi di informazione locale per riferimenti in esso contenuti al presidente della Repubblica”. Ruffato scrive poi che pur nella consapevolezza ”che l’articolo 122 della Costituzione dispone che ‘i consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse nell’esercizio delle loro funzioni’ e che l’art. 15 dello statuto della regione del Veneto reca analoga disposizione” ha ritenuto ”doveroso” trasmettere al procuratore della Repubblica il resoconto ”al fine di consentire le valutazioni di competenza in ordine ad espressioni che potrebbero configurare l’ipotesi di reato di cui all’art. 278 del codice penale”. Articolo che concerne l’offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica. L’iniziativa di inviare il resoconto della seduta consiliare, secondo quanto si e’ appreso da fonti regionali, nasce da una decisione autonoma dello stesso Ruffato. Sulle dichiarazioni di Furlanetto, la stessa procura – come riporta la stampa locale – aveva espresso interesse al fine di valutare la presenza o meno di una ipotesi di reato.

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