Ora l’addio alla Regione Lazio e’ ufficiale: attorno alle 18 l’ufficio stampa di via Cristoforo Colombo ha reso noto che ”la presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha firmato la lettera di dimissioni che e’ stata trasmessa al presidente del Consiglio regionale”.

Ma prima di tirare il sipario, l’ultimo atto ufficiale della governatrice, come annunciato, e’ stato un mini-rimpasto di giunta che suona come una sorta di vendetta politica: da 15 assessori solo in 10 arriveranno a fine corsa, solo i ‘fedelissimi’, a discapito in particolare degli ex azzurri dell’area Tajani, quella a lei piu’ ostile nella bufera che l’ha portata alle dimissioni. E quella di cui fa parte anche il consigliere regionale De Romanis, finito su tutti i giornali per la festa in costume d’epoca. Ora la palla e’ al presidente del Consiglio Mario Abbruzzese, che dovra’ emettere il decreto di scioglimento del Consiglio. Tecnicamente non ha limiti di tempo per farlo, ma c’e’ chi, pallottoliere in una mano e testi di legge nell’altra, riflette sul fatto che a fine ottobre scadrebbero i trenta mesi dall’insediamento che permetterebbero ai consiglieri di accedere al diritto di versare volontariamente i contributi rimanenti per ottenere i vitalizi. E poi c’e’ l’altro tema in ballo, quello del taglio strutturale dei consiglieri da 70 a 50 e degli assessori da 15 a 10. La proposta avanzata al governo in questo senso dalla Conferenza delle Regioni, che ha chiesto al governo un decreto, potrebbe permettere di agire anche nella complessa situazione politica del Lazio. Del resto lo vuole la Polverini e lo vuole il Pd regionale, guidato da Esterino Montino: ”Appena emanato il decreto, il Consiglio regionale deve essere convocato per modificare la legge regionale – afferma il democratico – senza la necessita’ di procedere alla modifica dello Statuto che prevede una doppia lettura. Bastano poche ore di lavoro, non mesi”. Intanto pero’ Polverini ha ridotto il numero degli assessori che porteranno il Lazio fino alle elezioni: via, oltre al rampelliano Francesco Lollobrigida e a Gabriella Sentinelli (area An), gli ex forzisti Stefano Zappala’, Marco Mattei e Angela Birindelli (che pero’ si e’ dimessa autonomamente prima del ‘mini-rimpasto’, dopo essere stata indagata nell’inchiesta di Viterbo sulle commesse per Vinitaly). L’alleggerimento della giunta vale circa 43 mila euro al mese, anche se ancora non e’ stata fissata la data delle prossime elezioni. Polverini, che e’ in contatto con il Viminale, punterebbe all’election day. Il centrosinistra invece vorrebbe capitalizzare la caduta della Regione andando alle urne subito, puntando poi all’effetto traino su Politiche e Comunali. Per Polverini comunque anche l’ultima giornata da governatrice in pieni poteri non e’ stata priva di polemiche: le parole dure del neopresidente di Unindustria Maurizio Stirpe (”con la Regione rapporti inesistenti”), e poi ‘L’Espresso’ su cui si legge che lo scorso 24 giugno la governatrice ha raggiunto l’isola di Ponza utilizzando due motovedette della Guardia di Finanza. ”Ogni giorno che passa assistiamo a nuovi scoop sui discutibili comportamenti tenuti dalla maestrina e dal suo cerchietto magico in questi due anni e mezzo alla Regione Lazio” l’attacco del Pd.

 

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