Nessun ‘tranello’ al Pd, ma Bersani deve accelerare i tempi sulla legge elettorale. Lo afferma, intervistato da La Repubblica, Pier Ferdinando Casini, secondo il quale ci sono buone possibilita’ di giungere ad un’intesa concreta che dia il via libera alla riforma, “a patto che la si smetta di dire o cosi’ o niente. In teoria, le posizioni ufficiali restano molto distanti, ma se tutti noi dimostriamo intolleranza verso le idee degli altri significa che ci siamo rassegnati a tenere il Porcellum”.

Tra i nodi da sciogliere, secondo Casini, quello del premio alla coalizione o alla singola lista, e quanto questo premio debba essere grande. Sarebbe un errore, dice il leader Udc, tornare alle coalizioni del passato. Inoltre, non c’e’ in vista alcun ‘blitz’ al Senato per far passare una legge iper-proporzionale con i voti di Pdl e Lega: “questo accordo segreto -risponde Casini- non esiste, non ci sono furbizie. Anche perche’ poi alla Camera salterebbe tutto. Ma a condizione che non si resti in mezzo al guado”. Quanto al Pd, Casini dice di rispettare la “dinamica democratica” delle primarie, anche se aggiunge che si tratta di un sistema “in cui non si capisce bene ci vota”. Ma soprattutto, il leader Udc sottolinea che “i tempi delle primarie di un partito non possono influenzare la legge elettorale”. Su un punto, comunque, l’Udc non sembra intenzionato a recedere: “ora l’idea e’ quella di premiare una coalizione che ha il 30% con il 55% dei seggi. Questa -conclude Casini- sarebbe una forzatura inaccettabile”.

 

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