Il gioco dei veti incrociati manda in fibrillazione la maggioranza, che rasenta un nuovo corto circuito dopo un paziente lavoro di tentata ricucitura. Obiettivo a cui giunge in serata Mario Monti che rompe gli indugi convocando un vertice con il leader della cosiddetta maggioranza ‘ABC’, quella rappresentata al tavolo da Alfano, Bersani e Casini.

Il premier li vuole tutti e tre a palazzo Chigi e vuole parlare con loro di tutto: nel menu’ della cena convocata per giovedi’ ci saranno anche i temi della giustizia e della Rai, cosi’ come quello del lavoro e della crescita. Un colpo a sorpresa, quello di Monti, che si riprende in mano il boccino per giocare la sua partita senza veti di sorta ma non senza rischi e possibili conseguenze. Anche perche’ la sua ‘convocazione’ arriva dopo una netta precisazione del Pdl in cui si sottolinea che il governo in carica e’ stato chiamato per risolvere le emergenze economiche. E non certo per occuparsi di Rai e giustizia. Ma alla fine la mediazione di Monti ha la meglio e il vertice viene fissato con il beneplacito dei tre leader. Anche Alfano ci sara’: lo annuncia lo stesso segretario su Twitter ribadendo comunque che il lavoro e’ e resta al primo posto dell’ agenda che – tiene a puntualizzare – colloca solo in coda i temi della giustizia e della Rai. Argomenti che restano distanti dal suo orizzonte (di Rai e giustizia ”parli chi vuole”). L’insofferenza dei tre ‘alleati’ e’ emersa oggi sin dalle prime ore del mattino. A lanciare l’allarme e’ il leader centrista Pier Ferdinando Casini: ”e’ in atto un tentativo di indebolire il governo” e questo ”e’ un errore molto grave” avverte. E il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani e’ ancora piu’ duro: ”accendere fuochi nel momento in cui deve invece andare avanti l’azione del governo e’ da irresponsabili”. Una doppia accusa che piove sulle spalle del segretario del Pdl Angelino Alfano che la scorsa settima ha fatto saltare il tavolo dei leader della maggioranza con Monti per evitare di mettere sul tavolo nodi pesanti come quello sulla legge anticorruzione o sulla riforma del servizio radiotelevisivo. Ma il segretario del Pdl si difende: ”c’e’ un governo votato dal Parlamento chiamato ad occuparsi della vera emergenza, che e’ l’economia. E Casini e Bersani di cosa vogliono parlare? Di Rai e giustizia…”. Botte e risposte che fanno salire la tensione alle stelle rendendo remota la possibilita’ che il premier potesse decidere proprio oggi di chiamare tutti e tre i leader della maggioranza a sedere assieme al tavolo. D’altra parte Bersani aveva pero’ chiarito nel pomeriggio come di incontri ‘bilaterali’ fosse ormai superfluo parlare: ”sarebbero un passo del gambero” aveva detto. Per il leader democrat, infatti, se una maggioranza c’e’ deve aver anche la forza di confrontarsi, senza veti da parte di nessuno perche’ a ”dettare l’agenda” e’ Monti, il padrone di casa. ”Ciascuno arriva con le proprie idee e il presidente del Consiglio fa l’agenda. Se qualcuno ha qualcosa da aggiungere lo fa. Io mi rimetto alla valutazione del presidente del Consiglio” chiarisce Bersani che taglia corto: ”se il Pdl ha problemi suoi, non li scarichi sul Paese” dice. Dal Pdl si alzano pero’ le barricate in difesa del segretario. ”Sono gli atteggiamenti come quello di Bersani che minacciano la stabilita’ del governo” dice il vicepresidente dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli. ”Bersani che attacca Alfano sembra quello che si butta avanti per non cadere indietro” gli fa eco il vice capogruppo al Senato, Gaetano Quagliariello.

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