Si va verso un accordo sulla riforma del lavoro. Sarebbe questo l’esito del vertice di maggioranza conclusosi ieri notte a Palazzo Giustiniani. Secondo quanto spiegato da fonti tecniche la proposta di mediazione potrebbe prevedere il rafforzamento del ruolo della commissione di conciliazione tra azienda e sindacati in cui e’ possibile il ricorso al giudice solo in seconda battuta. L’onere della prova tornerebbe a carico del datore di lavoro. Una delle ipotesi sul tavolo e’ quella in cui si prevede che se il giudice ritiene che ci sia stato un abuso nella scelta del licenziamento economico si possa stabilire il reintegro. Sarebbe, quindi, il giudice a pronunciarsi, ma resterebbe l’istituto del licenziamento economico (e il non reintegro), anche se verrebbe ridotta quindi la possibilita’ di applicare questa norma.

Dal canto loro i partiti si impegnerebbero a votare rapidamente la riforma. Come ha detto il premier Mario Monti in una intervista a “La Stampa”, serve un accordo rapido con i partiti per varare al piu’ presto la riforma del mercato del lavoro. Monti esclude con nettezza la necessita’ di ricorrere ad una nuova manovra per far quadrare i conti. “Il disegno di legge che e’ in corso di finalizzazione non si discosta da quanto e’ stato tratteggiato nel documento che varammo al consiglio dei Ministri” afferma il Presidente del Consiglio aggiungendo che sara’ sottoposto al Capo dello Stato “al piu’ presto. Nelle prossime ore cercheremo di avere un alto grado di consenso delle tre principali forze politiche in modo di avere la fondata attesa di un percorso rapido”. Quanto alle prospettive politiche, Monti ha osservato che “Se la situazione del Paese lo richiedera’ ancora, allora immagino che saranno anche disposti a mettere a frutto l’acquisita capacita’ di dialogo fra loro per pensare a soluzioni larghe, a grandi coalizioni”. “Penso – ha aggiunto – a quelle formule che in passato venivano auspicate ma subito fatte oggetto di sorriso benevolo, in quanto dichiaratamente impossibili, ma proprio l’esperienza attuale mostra come possibili. Gia’ in una intervista a La Stampa nel 2005 avevo detto che ci sarebbe voluta una grande coalizione per fare le riforme – ha proseguito il premier -. Mi attirai solo critiche e giudizi di irrealizzabilita’ ma alla fine mi pare che proprio questo sia successo”. Monti ha aggiunto che “in questa fase, abbiamo visto come reagiscono gli italiani a sentirsi dire, anche con linguaggio schietto, che occorre fare certe cose che pesano. Per cui ogni volta che penso ai cambiamenti nella societa’ e nella politica mi convinco ancor di piu’ che i comportamenti virtuosi non saranno abbandonati. E sara’ bello guardare tutto questo dal di fuori. Monti e’ poi tornato ad escludere la necessita’ di fare una nuova manovra per far quadrare i conti. “Abbiamo un obiettivo molto ambizioso ma ci siamo lasciati dei margini e per questo non crediamo proprio che un eventuale andamento piu’ negativo dell’economia reale imponga una nuova manovra”. Secondo il presidente del Consiglio, pero’, la crescita “non e’ realizzabile nel brevissimo periodo. Abbiamo lavorato per evitare la soluzione peggiore: le misure prese stanno avendo e avranno un effetto recessivo ma che va comparato con lo scenario greco, non con uno scenario di crescita che non era dato. Abbiamo evitato di finire come la Grecia – ha sottolineato il premier – ora i provvedimenti di crescita richiedono piu’ tempo”. Monti afferma poi che non ci si puo’ disinteressare “degli aspetti sociali di sofferenza e per questo – sottolinea – stiamo pensando a degli interventi ma i margini sono effettivamente ristretti e saranno molto selettivi perche’ non sono piu’ possibili iniezioni di spesa pubblica in disavanzo. E’ pero’ vero che la riduzione dei tassi di interesse sul debito pubblico da’ un po’ di respiro e che se riprendono afflussi di capitali finanziari e investimenti industriali dall’estero tutto questo comincera’ a avere effetti e cambiera’ non solo la situazione ma anche il vissuto psicologico”. Il Presidente del Consiglio si sofferma sui casi di suicidio frequenti come quelli fra gli imprenditori e gli artigiani: “sono cose drammatiche – ha detto – anche in Grecia i suicidi sono molto aumentati, l’unica risposta adeguata e seria che possiamo dare e’ quella di risanare e rilanciare il Paese”.

 

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