“Apprezzo la scelta di Penati di rinunciare alla prescrizione in caso di rinvio a giudizio. Farlo oggi non avrebbe significato. Al 90 per cento la Procura insistera’ per la concussione, un reato non prescritto. Attendiamo le decisioni dei magistrati.

Penati deve farsi interrogare e chiedere un processo rapido. Se poi ci dovesse essere prescrizione fara’ la sua scelta. Lo dico da garantista. Se uno ha fatto politica perche’ ci ha creduto, il solo pensiero di poter danneggiare il suo partito, la causa pubblica, deve fargli fare un passo indietro”. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia si rivolge cosi’, in un’intervista rilasciata a Repubblica, a Filippo Penati, l’ex presidente della provincia di Milano coinvolto nell’inchiesta della procura di Monza su presunte tangenti. Il primo cittadino di Milano si sofferma sulla questione morale affermando che “e’ esistita una ‘diversita’ etica’ della sinistra” che “negli ultimi anni si e’ affievolita”. Secondo Pisapia, inoltre, dopo il governo Prodi e gli anni successivi , “periodo di rinnovata moralita’ della politica”, sono “di nuovo sorte situazioni di potere che hanno determinato illeciti. Il problema e’ la permanenza al potere. Sono convinto che la soluzione sia la rotazione degli incarichi: ferma, tassativa…Due mandati al massimo”. Pisapia spiega ancora che uno dei suoi “obiettivi e’ costruire una nuova classe dirigente. Puntare su donne e giovani”. Il sindaco parla anche della manovra definendola “sbagliata e ingiusta. E’ la terza in undici mesi che taglia fondi ai Comuni e quindi servizi ai cittadini. La manifestazione e’ stata importante, credo che su questa manovra si giochi il destino politico del paese. Credo che un nuovo governo – aggiunge – o ci sara’ entro due settimane o non ci sara’. Se passasse la manovra sarebbe assai piu’ probabile arrivare a fine legislatura. Sono giorni decisivi. Io spero in un governo di garanzia istituzionale, guidato da una figura di alto livello, che in sei mesi faccia le due o tre riforme di cui il paese ha bisogno a partire dalla riforma elettorale”. E alla domanda se firmerebbe il referendum sulla legge elettorale, Pisapia risponde che “il referendum e’ sempre l’extrema ratio” per poi aggiungere: “se come temo il Parlamento non sara’ in grado di fare la riforma, se non ci sara’ un governo in grado di farla subito, certo che firmero'”.

 

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