È l’interlocutore ideale per mettere giù una disamina seria e approfondita sulla politica della prima Repubblica e su quella della seconda. Giuseppe Gargani ne ha vista di acqua passare sotto i ponti della classe dirigente di allora e di quella dei nostri tempi. In premessa dice: “La politica? Oggi manca. E si vede”. Poi un’osservazione arguta: “Negli anni Novanta c’è stata la fine della prima Repubblica ma la tanto decantata seconda Repubblica non è mai nata. C’è stata una variazione, per usare un termine musicale, della prima Repubblica, declinata in forme diverse. La vera seconda Repubblica – afferma Gargani – è nata il 25 settembre 2022 con la vittoria della destra e la scomparsa del centro”. E proprio attorno al centro, a detta dell’ex deputato, bisognerebbe ripartire per creare una coalizione di governo credibile. “In Italia non possono esserci governi di destra o di sinistra, possono esserci coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Con la vittoria di una destra identitaria – afferma Gargani – si spera che si possano ricostruire la sinistra e il centro. Si tornerebbe a una fisiologia politica, che è quella di tutta Europa, cioè avere una destra, una sinistra e un centro”. Quali personaggi politici potrebbero rivitalizzare la politica d’oggi? “Purtroppo non ce ne sono in giro. Dovrei ricordare De Gasperi, Moro e De Mita. Con la crisi dei partiti degli anni ’90 si è fatta un’operazione stupida: i post-democristiani e i post-comunisti hanno mischiato le loro ideologia nella speranza di amalgamare due posizioni politiche molto differenti. Non a caso – dice Gargani – tutti parlano di una fusione a freddo”. L’ex deputato, già parlamentare europeo, non è per nulla tenero con il Pd: “È un partito senza identità, senza nome e cognome. Invece dovrebbe riscoprire la parola socialismo, altrimenti è un ibrido. Mentre il centro dovrebbe rifarsi alla cultura popolare e liberale”. Si può condividere o no, ma l’analisi politica dei Giuseppe Gargani è sempre ricca di spunti interessanti. I giovani d’oggi dovrebbero ascoltare di più i vecchi saggi. Commetterebbero meno errori. Molto meno.

Mario De Michele

LA VIDEO INTERVISTA A GIUSEPPE GARGANI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui