“La Grecia resta al tavolo negoziale”. Lo ha detto il premier Alexis Tsipras in un messaggio in tv. “Vogliamo un accordo con i partner europei, ma che sia sostenibile” ha aggiunto. Poche ore dopo, l’Eurogruppo dice fermamente: “Stop ai negoziati fino al referendum”. E sulla stessa linea, le dichiarazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente della commissione Ue Jean Cluade Juncker.

A spezzare il fronte del no alla trattativa ad oltranza, il presidente francese François Hollande: “Serve un accordo prima del referendum”, dice il numero uno dell’Elise, infrangendo di fatto l’asse franco tedesco. Alexis Tsipras – nel suo discorso alla nazione – ha poi invitato a votare “no” al referendum indetto da Atene sul piano dei creditori. Un voto negativo “non significherebbe dire no all’Europa, ma tornare a un’Europa di valori” ha detto il premier greco. E ha precisato: “Il no è un passo decisivo per un accordo migliore al quale miriamo da lunedì, dopo il referendum”. “I creditori stanno ricattando i greci per spingere a un voto positivo nel referendum di domenica prossima. Ci dicono, o accettate le proposte dei creditori o avrete difficoltà” ha poi sottolineato. Il premier greco si è poi rivolto ai pensionati in fila alle banche: “Noi vogliamo difendere le vostre pensioni, vogliamo che restino pensioni, non elemosine”. “Questa situazione – ha continuato – non durerà per molto. Salari e pensioni non andranno persi”. “Da parte nostra noi cercheremo di rifiutare ciò che il memorandum ci chiede, cercheremo di fare il possibile, per avere condizioni migliori, più positive”, ha concluso. Da Berlino, intanto, ha parlato la cancelliera tedesca Angela Merkel in una conferenza stampa congiunta con il premier italiano, Matteo Renzi. “Per ora non c’è nessuna situazione nuova, pertanto noi aspettiamo il referendum di domenica” ha ribadito Merkel. Le porte “restano abbastanza aperte” alla ripresa del negoziato con la Grecia, che deve però impegnarsi ad attuare le necessarie riforme, ha poi affermato la cancelliera. “Posso solo ribadire che abbiamo bisogno di una situazione in cui la Grecia sia disponibile a riforme concrete, in modo che si comporti come altri Paesi che hanno effettuato le riforme”, ha ribadito Merkel. Un botta e risposta a distanza tra Berlino e Atene era già avvenuto in mattinata dopo la notizia dell’invio, da parte della Grecia, di una proposta di modifica dell’ultima offerta presentata dai creditori internazionali. In particolare, la Grecia si sarebbe detta pronta ad accettare le riforme sull’Iva con una sola modifica: uno sconto del 30% per le isole, molte delle quali sono in regioni difficili da rifornire. Tsipras avrebbe accettato anche la riforma delle pensioni come chiesta dai creditori, salvo far slittare a ottobre, anziché subito, la data di partenza dell’innalzamento progressivo dell’età pensionabile (prevista a 67 anni entro il 2022). Il premier greco, inoltre, avrebbe chiesto che il “contributo di solidarietà” per i pensionati più poveri sia eliminato più gradualmente, rispetto alla scadenza del 2019 proposta dai creditori. Sul fronte dei tagli alla spesa militare, invece, Tsipras avrebbe specificato che saranno di 200 milioni di euro contro i 400 proposti da Ue, Bce e Fmi. La proposta di Atene punta a ottenere una proroga del secondo programma di aiuti, scaduto nella notte, e di un terzo piano di salvataggio tramite il fondo salva-Stati Esm da ulteriori 29,1 miliardi di euro.

 

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