Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera-racconto delle 71 persone – che si autodefiniscono 71 concorsiti indignati – risultate idonee alla prova orale del concorso per coadiutore amministrativo, cat. b3, presso la Regione Campania. “Gentile Direttore, certi di fare una cosa gradita, per una testata giornalistica attenta alla realtà napoletana,

le vogliamo raccontare una storia: potrebbe essere utile approfondire e dare risalto mediatico alla notizia, non facendo passare inosservata una malsana pratica di questa nostra società. È la storia, ora quasi tragedia, di 71 ragazzi, o almeno lo erano sicuramente quando è iniziata questa vicenda nel 2005 ed ora nel 2011 hanno qualche ruga in più causata da un pensiero martellante, quello di dover pensare ogni giorno a come tirare a fine mese, dalla preoccupazione di non poter fare nessun progetto per il futuro ….. 71, tra donne e uomini, che auspicano solo di poter portare a termine un concorso, il Concorso per Coadiutore amministrativo, cat. b3 alla Regione Campania.

Era il 2005, quando la Regione Campania emanò, il primo Bando di concorso, dalla nascita della Regione Campania nel 1970, per l’assunzione di coadiutori amministrativi al Consiglio Regionale, una sorprendente novità, dato che fino ad allora (e ad oggi nulla è ancora cambiato) si riusciva a mettere piede in Consiglio solo in qualità di comandati, cioè trasferiti dall’amministrazione di origine a un altro ufficio, più comodo, più prestigioso, e soprattutto meglio retribuito. In tal modo, sono approdati nel Consiglio Regionale dipendenti da tutte le parti, dalle Asl, dall’Inps, dai ministeri dell’Istruzione, delle Infrastrutture, dell’Economia, dei Beni Culturali, della Difesa, della Giustizia, dai Comuni (perfino da quello di Siena), dalle Province, dalle Università, dalle Poste e dall’ATM (azienda di trasporti controllata dal Comune di Milano).

E poi grazie ad una leggina regionale del 2002 si è estesa la possibilità di far distaccare nel Centro Direzionale di Napoli dove ha sede il Consiglio, pure i dipendenti delle imprese miste (nemmeno controllate completamente dallo Stato o dagli enti locali, visto che per farsi recapitare nel dorato mondo della politica campana era sufficiente risultare dipendente di una società nella quale la partecipazione pubblica non fosse “inferiore al 49%”, dove si può entrare per chiamata diretta). E nel 2008, non bastando tutto ciò: con un emendamento alla legge finanziaria regionale (articolo 44 della legge regionale numero 1 del 2008) si prevede di fatto la stabilizzazione nei ruoli del consiglio regionale del personale in posizione di comando proveniente da altre amministrazioni.

La norma in questione stabilisce infatti che i comandati possano venire collocati in un’apposita graduatoria e accedere a “corsi concorsi” a loro riservati per passare a tutti gli effetti alle dipendenze del Consiglio … Nel frattempo, in tempi biblici, si svolgono le procedure del Concorso bandito nel 2005: • Gennaio 2005 – SUL B.U.R.C. DELLA REGIONE CAMPANIA del 24/01/2005 E SULLA G.U. DELLA REPUBBLICA ITALIANA N. 7 DEL 25.01.05 SERIE CONCORSI è stata pubblicata la DETERMINA N° 531 DEL 23.12.2004 avente ad oggetto CONCORSO PUBBLICO PER TITOLI ED ESAMI A N. 14 POSTI DI CAT. B/3. INDIZIONE. • Al protocollo generale del Consiglio sono pervenute 24.102 domande di partecipazione; • Nei giorni 17, 18 e 19 novembre 2009 presso il Palapartenope di Via Barbagallo in Napoli si sono tenute le prove di preselezione pubblica; • Sono stati ammessi alle prove concorsuali 120 candidati; • Nei giorni 19, 21, 23, 26 e 28 aprile 2010 presso la sede della biblioteca del Consiglio Regionale del Centro Direzionale di Napoli (Is. F8), si sono tenute le prove pratiche; • Sono stati ammessi alle prove orali 71 candidati • Stabilito il calendario delle prove orali, a partire dal 19 maggio 2011, una settimana prima è stato comunicato ai concorsisti da parte del Dirigente del Settore Personale il rinvio delle stesse a data da destinarsi, senza alcuna motivazione. • A seguito di richiesta di accesso agli atti, si apprende che la decisione è stata assunta dall’Ufficio di Presidenza, per una rivisitazione delle questioni afferenti il Personale del Consiglio; Negli anni uno stillicidio continuo, in attesa della notizia per la prova successiva, il continuo avvicendarsi di componenti all’interno della commissione d’esame e poi … una vera e propria doccia fredda ad una settimana circa dalle prove orali: il telegramma con il rinvio delle prove a data da destinarsi, senza una motivazione. Solo dopo mesi, con l’accesso agli atti si riesce a sapere che il rinvio è stato giustificato con l’esigenza di verificare il numero effettivo di candidati da assumere tramite procedura concorsuale, in conseguenza di una prevista riorganizzazione della pianta organica che dovrebbe portare a una diminuzione dei posti disponibili.

Ed infine, a Dicembre, l’ultimo colpo di mannaia, la sentenza agghiacciante, il Presidente del Consiglio Regionale Romano, folgorato sulla via di Damasco dalla necessità di dare un forte segnale di sobrietà e moralizzazione della politica in un momento di particolare difficoltà, annuncia che proporrà l’annullamento della procedura, per poter rivedere in maniera compiuta e complessiva l’intera Pianta Organica e il fabbisogno reale dell’Ente, per abbattere i costi. E’ stato infatti presentato dalla stessa Presidenza del Consiglio un emendamento alla legge finanziaria del 2012, per l’annullamento del concorso. Restiamo perplessi e chiediamo: dov’è il risparmio nell’annullare una procedura concorsuale, per cui si sono sostenute già delle spese, (ed in procinto di concludersi, mancando solo gli orali ) per procedere alla revisione della pianta organica e del fabbisogno di risorse, per poi ripetere lo stesso concorso, con spreco evidente di risorse?

A quanto pare attualmente nella pianta è prevista la presenza di 92 dipendenti di fascia B, a tutt’oggi ne lavorano 26; di conseguenza, in questo momento ci sarebbero 66 posti vuoti da coprire con risorse di categoria B (il concorso prevedeva l’individuazione di 14 risorse elevabili a 39)…. Dov’è la morale in un ente dove non si è mai conclusa una procedura concorsuale così come prevede la legge per l’accesso ai pubblici uffici?

È lampante che se l’obiettivo vero è la razionalizzazione ed il risparmio, si debba procedere così come vuole la legge in tempi brevi alla revisione della pianta organica ed a seguito di questa alla conclusione del concorso, immettendo in ruolo il numero di risorse necessarie e tenendo aperta la graduatoria i canonici tre anni, per evitare, nel caso si ampli la necessità di dipendenti di sprecare risorse finanziarie in nuove e costose procedure finanziarie, nell’ottica dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa, a meno che i desiderata e gli scopi non siano altri …”.

Di seguito il video con le testimonianze di alcuni concorsisti

intervistati dal direttore Mario De Michele

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