Sulla crisi, “il Governo ha preso in giro se stesso e gli italiani, negando l’emergenza fino a un minuto prima che esplodesse”. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, parla a Napoli ad una manifestazione di Futuro e Libertà. L’attacco all’esecutivo si concentra sui temi economici, sul rapporto con la Lega

(“insulta in modo intollerabile ogni giorno il Sud e si tengono gli occhi chiusi, pur di continuare a governare”) e sulla legalità: nel mirino c’é il ministro delle politiche agricole, Saverio Romano, che secondo Fini dovrebbe dimettersi, essendo indagato “per reati particolarmente inquietanti”. “Chi ha una certa idea del centrodestra e della politica vorrebbe che, come in tutte le democrazie europee, per opportunità e non per colpevolezza accertata ci si dimettesse anche per reati molto meno inquietanti di quelli che lo riguardano”, dice Fini. E ripete che, a suo avviso, chiunque sia indagato, rinviato a giudizio o condannato in primo grado dovrebbe lasciare gli incarichi istituzionali ricoperti. A stretto giro arriva la replica dell’interessato: “Fini è un insolente. Ha capitanato una mozione di sfiducia nei miei confronti che è stata bocciata dal Parlamento. E’ il capo di un partito che approfitta del ruolo istituzionale, cosa che dovrebbe metterlo nelle condizioni di un impeachment vero e proprio. Si dimetta da presidente della Camera e un minuto dopo seguiranno le mie dimissioni”. In tema di legalità, Fini torna a sottolineare il ruolo essenziale di magistratura e forze dell’ordine (“capisaldi della democrazia”), ringrazia uomini e donne in divisa per il lavoro di ieri a Roma, critica aspramente i tagli “alle già esigue risorse” a loro disposizione. La legge, aggiunge, è uguale per tutti: non si può dare l’impressione, “come troppe volte è accaduto”, di poterla “piegare a proprio vantaggio” se si dispone di “mezzi, conoscenze e strumenti”. E se gli italiani potessero indicare priorità al Parlamento “non inserirebbero certo intercettazioni e processo breve”. L’economia è l’altro filone su cui si concentra il leader di Futuro e Libertà, che in città vede anche il direttivo dell’ Unione industriali e ha un breve incontro con il sindaco De Magistris. Fini rilancia il patto generazionale, usando eventuali sacrifici in campo pensionistico per aiutare i giovani in cerca di lavoro, e attacca il no di Berlusconi alle ipotesi di patrimoniale: “Confindustria non le ha escluse, lui le respinge per non inimicarsi ‘l’elettorato di riferimentò, come se non lo avessero votato anche i disoccupati”. Intanto le tasse “sono drammaticamente aumentate”. E la crisi “veniva negata fino a poco fa” da Berlusconi e Tremonti; si dipingeva un’Italia “da Mulino bianco”, “confondendo propaganda e politica”.

 

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