NAPOLI – “Vogliamo che il governo centrale riapprovi la legge 188 del 17 ottobre 2007”. Lo chiedono dai banchi del consiglio regionale, Mafalda Amente e Daniela Nugnes del Popolo della Libertà, a nome di tutte le colleghe di partito. La legge a cui fanno riferimento Amente e Nugnes era stata concepita per impedire la pratica delle cosiddette dimissioni in bianco,

un vero e proprio abuso di potere compiuto nei confronti delle lavoratrici. La legge poneva un freno alla sempre più frequente pratica delle dimissioni in bianco, una lettera di dimissioni volontarie, senza data, che il datore di lavoro può far firmare alla lavoratrice al momento dell’assunzione. Lo spazio lasciato libero per la data sarebbe potuto essere occupato, a discrezione del datore di lavoro. Grazie alla legge 188, invece le dimissioni volontarie, per qualunque tipologia di rapporto di lavoro, dovevano essere date esclusivamente su moduli numerati progressivamente. Avendo una scadenza di quindici giorni, i moduli non potevano essere compilati prima del loro utilizzo. Sono questi i motivi che hanno spinto le due esponenti del Pdl a rivolgersi al governo centrale per far sì che nel più breve tempo possibile possano nuovamente essere garantiti i diritti delle donne lavoratrici.

“La legge mira a salvaguardare la dignità della donna sul posto del lavoro – hanno concluso Amente e Nugnes – soltanto così si potrà scegliere liberamente se diventare mamma o meno”.

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