Per evitare che un tema serio come la lotta ai clan diventi oggetto dell’ennesimo caso mediatico, mi preme chiarire che le critiche mosse all’onorevole Pina Picierno, nel fondo a mia firma, non sono rivolte alla sua persona. Non è nel mio modo di intendere il giornalismo trascendere sul piano personale,

né tanto meno mi è mai piaciuto imboccare la scorciatoia delle notizie strumentalmente scandalistiche. E proprio per coerenza ho preso spunto dal Carnevale di Scampia, promosso dal Gridas, per fare un ragionamento, ovviamente opinabile, sulla moda dell’anticamorra, non certo sulla presenza-apparenza di questo o quel personaggio politico.

Sono profondamente convinto che il primo Roberto Saviano, quello di “Gomorra” per intenderci, abbia fornito un contributo fondamentale alla battaglia contro i clan, squarciando il velo di Maya dell’intreccio diabolico camorra-politica-economia, il secondo Saviano, quello che discetta su tutto e tutti e che, essendo diventato il simbolo dell’antimafia riconduce tutto e tutti al rapporto perverso con la camorra, stia via via arrecando notevoli danni a chi – e sono tanti – ogni giorno è in prima linea per debellare il cancro della criminalità organizzata.

Da qui nasce la mia netta presa di distanza dagli impulsi al protagonismo e dalla deriva giustizialistica che da qualche anno hanno preso il sopravvento sia nel mondo politico che in quello dei mass media. Non a caso proprio oggi abbiamo appreso che Giorgio Magliocca, ex sindaco di Pignataro Maggiore, comune del Casertano, è stato assolto con formula piena dall’accusa di concorso esterno in associazione camorristica, dopo aver scontato circa otto mesi di carcere, e dopo essere stato costretto a dimettersi da primo cittadino. Cito il caso Magliocca perché proprio l’onorevole Picierno, a poche ore dall’arresto, si è lanciata in una furibonda campagna contro l’ex primo cittadino pignatarese, senza neanche leggere le carte processuali. Ora la combattiva parlamentare dovrebbe avere l’umiltà di chiedere scusa a Magliocca, oppure il coraggio di accusare il giudice che lo ha assolto di essere in qualche modo vicino alla criminalità.

Ecco, è questo che non condivido: stare sempre dalla parte della presunta ragione – i pubblici ministeri – criminalizzando amministratori e politici soltanto se chiacchierati. Se ci dovessimo basare sul chiacchiericcio mediatico e pseudo-politico, allora anche l’onorevole Picierno dovrebbe finire all’indice. Io credo invece che si debbano giudicare le persone, politici e non, sulla scorta di quello che hanno realmente fatto e non sulla base di accuse non ancora dimostrate con riscontri oggettivi.

Criminalizzare tutto e tutti contribuisce solo a spingere le persone oneste e perbene a starsene a casa, lasciando il campo libero ai disonesti e alla mezze calzette. Non mi piacciono i professionisti dell’antimafia, i parolai dell’anticamorra. Sto dalla parte delle associazioni e dei tanti cittadini che con il loro agire quotidiano lottano per sconfiggere le cosche e per far rinascere territori difficili come Scampia.

 

Mario De Michele

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