L’indagine a carico di Stefano Graziano “è un’accusa grave che ci colpisce come partito e gruppo in consiglio, ma fare un processo a una persona che ha avuto un avviso di garanzia mi sembra troppo. Non si possono fare processi in nell’aula del consiglio senza che una persona sia stata condannata”. Lo ha detto Mario Casillo, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale della Campania, rispondendo a Valeria Ciarambino che aveva sollevato il problema sull’emendamento della riforma dello statuto a firma di Stefano Graziano, consigliere regionale del Pd indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Casillo ha chiesto ai Cinque Stelle: “Che tipo di opposizione volete fare? Sui rifiuti avete presentato emendamenti di merito che sono stati nell’80% dei casi accolti, oppure volete solo buttare fango?”. Casillo ha anche sottolineato un episodio avvenuto dopo l’ultima seduta del consiglio regionale: “Maria Muscarà ha scritto sul suo profilo Facebook queste parole: ‘torno a casa con la voglia di vomitare e di strofinarmi sotto la doccia per togliere il tanfo di quella gentaglia’. In questo Consiglio si possono avere posizioni diverse e polemiche ma non si scrivono certe cose su un profilo pubblico di chi ha responsabilità istituzionali”. La Muscarà ha poi preso la parola per replicare: “Invece di venire a lavorare in commissione – ha detto rivolgendosi a Casillo – state a spiare le pagine Facebook altrui. La discussione poteva essere fatta in forma privata. Se vi scandalizzate perché ho usato il termine gentaglia vi spiego che ho cercato la definizione e vuol dire ‘persone poco raccomandabili’, non ladri o assassini. E io se dovessi consigliare a un cittadino in che mani mettersi direi che le mani della maggioranza non sono raccomandabili”.

 

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