Per ora di certo ci sono le grandi manovre. Le comunali di Orta di Atella si terranno tra maggio e giugno. C’è tempo per allestire raggruppamenti e liste. Ma la data del voto non è poi così lontana. Da qui movimenti e sommovimenti. Al momento, siamo nel campo delle ipotesi, è possibile vaticinare la formazione di uno schieramento civico corposo sostenuto probabilmente da 3-4 liste. Una squadra composta da un mix di giovani e vecchi. Il candidato sindaco? È ancora presto per fare nomi. I petali della margherita saranno sfogliati tra febbraio e marzo. Un altro team in gara potrebbe ruotare attorno a Peppe Roseto, ex consigliere di opposizione, ex vicesindaco, ex fedelissimo di Marcello De Rosa, che lo indicò come braccio destro di Andrea Villano. Un ex un po’ di tutti e di tutto che ha dimostrato di essere l’incarnazione del motto: l’ingratitudine umana è più grande della misericordia divina. A colpi di incontri al Brp Café di Succivo l’ex amministratore locale sta cercando di mettere assieme i cocci delle passate gestioni. Si spera che non includa nel suo progetto in nuce anche il geometra Nicola Iovinella col quale era pappa e ciccia. Roseto è politicamente capace di tutto. Sogna da anni di indossare la fascia tricolore. Un sogno che non diventerà mai realtà, con immenso gaudio dei cittadini. Il giovane-vecchio sta dialogando con una serie di esponenti dell’amministrazione Villano: l’ex presidente dell’assise Nando D’Ambrosio, gli ex consiglieri di maggioranza Giuseppe Massaro, approdato sulla riva di Azione, e Vincenzo Moccia. Quest’ultimo, però, assieme all’uscente Giovanna Migliore starebbero in pausa di riflessione. Roseto spera di recuperare qualche pezzo del Pd. Pia speranza. Nessun dem di buonsenso lo indicherebbe come candidato sindaco. Anche perché la forza elettorale di Roseto è pari a quella di un extraterrestre. Al massimo potrebbe pescare voti su Marte o sulla Luna. Non serve un consulto con la Sibilla Cumana per prevedere che un eventuale raggruppamento capeggiato da Roseto sarà parva materia. Un altro ex consigliere di maggioranza “in aspettativa” è Salvatore del Prete “Magò”. L’architetto, che ha fatto il bello e cattivo tempo negli anni del cemento e dei fiumi di soldi, non ha ancora deciso dove posizionarsi. Anche lui ha partecipato a qualche incontro con Roseto. Ma ovviamente lo ha preso per i fondelli. Del resto non è poi tanto complicato gabbarlo. Capitolo a parte merita l’immarcescibile Giggino Ziello. Come sempre il capo del Psi preparerà una lista che sarà sul mercato. E salirà sul carro di chi offrirà di più sul piano politico-gestionale. In fermento anche gli strenui sostenitori dell’ex sindaco Vincenzo Gaudino. Il primo cittadino mandato a casa in ampio anticipo potrebbe rientrare in una coalizione con Città Invisibile e con i pochi pezzi dell’ex maggioranza consiliare a lui fedele, tra cui Luca Mozzillo, Franco Tessitore e Michele De Micco. Un raggruppamento sulla carta un po’ deboluccio. Gaudino sindaco non ha brillato. Città Invisibile ha manifestato chiaramente un patologico attaccamento alle poltrone nonostante un’amministrazione comunale deficitaria e inadeguata su tutti i fronti. Il primo cittadino uscente paga anche lo scotto della frattura insanabile nel Pd. Il suo mentore Gianfranco Piccirillo e Antonino Santillo hanno contribuito a defenestrarlo con l’anatema di Gennaro Oliviero, che ha cacciato dalla sua componente l’ex fedelissimo Piccirillo definendo “un grave errore sfiduciare Gaudino”. Tra i dem l’ex consigliere di minoranza Tonino Russo non andrà nemmeno sotto tortura con quella particina del Pd riconducibile a Piccirillo. Russo potrebbe essere il promotore di una delle liste a sostegno della grande coalizione. Anche l’ex sindaco Villano sarebbe orientato a fare la stessa scelta con una propria lista. Resta da definire la prospettiva dell’ex senatore Fabio Di Micco e dell’ex deputato Giovanni Russo. Verosimilmente i dimicchiani del Movimento per Orta correranno in solitaria. Stessa strada che vorrebbe imboccare Russo con una lista autonoma di Fratelli d’Italia. Discorso a parte per Eduardo Indaco. Gli spazi di manovra nel Pd si sono fortemente ristretti. L’ex assessore e già timoniere del civico consesso spera che l’opposizione uscente sarà granitica. In realtà si è già sfarinata. E Indaco dovrà fare i salti mortali o per infilarsi sotto le lenzuola di un letto già fatto oppure dovrà produrre uno sforzo titanico per mettere in piedi un raggruppamento da lui capeggiato. L’unica certezza è che non si farà inglobare dalla grande coalizione. Orientamento ben chiaro ma visto gli schieramenti in campo non sarà facile trovare una collocazione di spicco alle prossime comunali. Qualcuno sostiene che è rimasto solo e il suo potere contrattuale è pari allo zero. Lui invece è fiducioso. Lavora per rimettere assieme pezzi dell’amministrazione uscente e qualche suo fedelissimo. Se sarà mollato anche da loro per Indaco si profila un ruolo politico marginale. C’è tempo per chiudere accordi e allestire le liste. Ma le lancette girano in fretta. Tra pochi mesi (febbraio-marzo) tutti i tasselli dovranno essere incastonati. Ci saranno morti e feriti. Vedremo qual cimitero avrà più croci piantate nel terreno della politica di Orta di Atella.

Mario De Michele

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