Ci sono due modi per uscire vivi dallo tsunami provocato da Antonino Santillo. Uno serio. E uno poco serio. O meglio, politicamente truffaldino. Partiamo dal secondo, quello che rappresenterebbe l’ennesimo schiaffo ai cittadini di Orta di Atella. Aperta parentesi: che male hanno fatto per meritarsi, da dieci anni a questa parte, una classe dirigente e un team di amministratori locali indegni di questo nome? Chiusa parentesi. Torniamo al modo politicamente truffaldino per cancellare lo sfregio delle dimissioni del sindaco. Facciamo prima un po’ di chiarezza. Nella sua lettera di addio (finto?) il primo cittadino scrive testualmente: “…a seguito della “sfiducia” manifestata con atti amministrativi, del tutto legittimi, da parte del capogruppo consiliare “Orta al Centro” nei confronti di due assessorati, di cui uno di diretta espressione del suo medesimo gruppo, considerato che nessuna comunicazione o dichiarazione ufficiale, in merito a detta “sfiducia”, mi è pervenuta da nessun gruppo consiliare di maggioranza, dichiara di rassegnare le proprie dimissioni dalla carica di Sindaco…”. Santillo si riferisce alle due richieste di accesso agli atti (in basso) protocollate da Raffaele Lampano su provvedimenti afferenti agli assessori Andrea Villano (Orta al Centro) e Pasquale Pellino (Coraggio). Nonostante il goffo tentativo di qualcuno di minimizzare, balza agli occhi anche di un non vedente che la richiesta di Lampano è una vera e propria denuncia che presuppone gravi illegittimità commesse nell’esercizio delle loro funzioni da Villano e Pellino, con l’aggravante che egli è il capogruppo di Orta al Centro, forza politica di maggioranza che ha indicato lo stesso Villano in giunta. Non sfugge che Lampano non si limita a questo. Chiama in causa anche Pellino. E dunque Coraggio. Ovvero le due principali forze della coalizione. Il sindaco dimissionario, non a torto, considera il blitz di Lampano una “sfiducia” e, giustamente, manifesta il suo disappunto per il silenzio delle forze politiche di maggioranza.

Pasquale Ragozzino e Andrea Villano

In effetti, è inspiegabile il mutismo dell’ex sindaco Andrea Villano, leader di Orta al Centro, e dell’avvocato Pasquale Ragozzino, numero uno di Coraggio. Premessa: il sindacato ispettivo è una prerogativa dei consiglieri comunali. Ma non bisogna confondere le mele con le pere. L’azione di Lampano, del tutto legittima, è di natura amministrativa. Qui il tema è un altro. E riguarda il piano politico. Il silenzio di Villano e Ragozzino è sbagliato e a doppio taglio. È sbagliato perché se un esponente della maggioranza mette in dubbio la legittimità degli atti adottati da due assessori, Orta al Centro e Coraggio avrebbero dovuto (era il minimo) chiedere immediatamente, nel senso di ora e subito, una verifica all’interno della squadra di governo. È a doppio taglio perché ha contribuito ad alimentare al quadrato i dubbi sull’operato degli assessori Villano e Pellino. Domanda provocatoria: Orta al Centro e Coraggio hanno piena fiducia dei due membri della giunta da loro stessi indicati? Sappiamo di sì. Ma il messaggio uscito all’esterno è l’opposto. Da qui l’imperdonabile errore politico di un silenzio ingiustificabile, di un immobilismo devastante. La politica è fatta di tempismo. Anche i due assessori hanno la loro quota parte di responsabilità. Di fronte alla taciturnità dei due leader di Orta al Centro e Coraggio, Villano e Pellino avrebbero dovuto rimettere le deleghe nelle mani del sindaco fino a un chiarimento politico-amministrativo. Ritorniamo alle due possibili soluzioni della crisi. Quella politicamente truffaldina è presto servita. Lampano visiona gli atti “incriminati” e placidamente si dichiara soddisfatto. Tutto va bene, madama la marchesa. Tutto ok e tutto come prima. E di scena andrebbe una colossale presa per i fondelli dei cittadini. Una truffa politica. Già in queste ore si susseguono febbrili incontri per mettere la toppa allo tsunami. Si ha la netta sensazione che né Santillo, né tutti i componenti della maggioranza vogliano mollare l’osso. Qual è invece il modo serio per uscire a testa alta da questa catastrofe? Semplice. Dopo aver pubblicato tutti gli atti contestati da Lampano (i cittadini hanno il diritto di sapere di che si tratta) bisogna cogliere la palla al volo per rimodulare l’assetto politico-amministrativo facendo fuori gli elementi di disturbo che hanno un nome e un cognome: Gianfranco Piccirillo e l’assessore-cognata Annalisa Cinquegrana. Ci sarebbero motivazioni extra-politiche e sovracomunali oltre che amministrative per liquidare il sindaco ombra e la Cinquegrana. Almeno così si vocifera in maggioranza. Santillo sarebbe contrario? Bene: è l’ora della verità per capire se la legalità si pratica o si blatera soltanto per alzare la posta. È l’ora x per stanare tutti i gruppi politici e consiliari e comprendere se i principi legalitari saranno sacrificati sull’altare di un posto al sole. Lo scioglimento a 8 mesi dall’insediamento è una iattura, non vi è dubbio. Ma peggio ancora sarebbe mantenere in vita una coalizione, con la colpevole complicità di tutti, sprezzante della legge e capace di ingoiare qualsiasi rospo. Ecco il bivio. La soluzione seria della crisi passa per una profonda pulizia, anche perché non si potrà dire di non sapere. Quella poco seria è l’anticamera di una visione della politica e dell’amministrazione basata sul potere per il potere. Anche a costo di indossare un vestitino su misura a strisce verticali. Staremo a vedere quale strada imboccheranno Santillo e company.

Mario De Michele

LE DUE RICHIESTE DI RAFFAELE LAMPANO


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