È assordante il silenzio di Andrea Villano e Pasquale Ragozzino. I leader di Orta al Centro e Coraggio non hanno ancora assunto una posizione ufficiale sulla sortita di Raffaele Lampano che, tramite due richieste di accesso agli atti, ha alimentato dubbi sull’operato degli assessori Andrea Villano e Pasquale Pellino. Tra le altre cose Lampano ha chiesto agli uffici preposti di vederci chiaro sugli incarichi ai tecnici per le opere appaltate e sulle iniziative del Natale. Un drone che si è abbattuto in particolare sull’ex primo cittadino. Lampano è il capogruppo di Orta al Centro. Eppure non si è fatto scrupoli nel colpire a sangue freddo l’assessore ai Lavori pubblici, indicato dallo stesso gruppo di cui è timoniere, nonché cugino dell’ex sindaco. Il bersaglio grosso è proprio l’ex fascia tricolore Andrea Villano. Chi c’è dietro al blitz di Lampano? Negli ambienti politici si punta l’indice contro il presidente del consiglio comunale Giuseppe Massaro e il suo fedelissimo Salvatore Del Prete “Magò”. A quanto pare, l’epicentro del terremoto ruota attorno agli incarichi professionali. Pesanti schegge hanno ferito gravemente anche Coraggio. A rimetterci le penne l’assessore alle Politiche sociali Pellino. Due obiettivi con un solo colpo. Perché? L’ex sindaco Villano è accusato di accentrare troppi poteri. Ragozzino avrebbe la “colpa” di aver scelto come interlocutore principale Orta al Centro. L’avvertimento politico del trio Lampano-Massaro-Del Prete “Magò” è chiaro come il sole e suona pressappoco così: “Se volete comandare solo voi e farci fuori sarà guerra aperta e senza pietà”. Il gioco al rialzo di Massaro e Del Prete è in perfetta linea con i personaggi. Non si comprende la posizione di Lampano. Ha attaccato frontalmente un “suo” assessore senza chiederne le dimissioni e senza dimettersi da capogruppo di Orta al Centro. Evidentemente non conosce nemmeno in superficie le categorie della politica. Ora la palla è nelle mani di Villano e Ragozzino. Far finta di nulla sarebbe peggio di un’ammissione di responsabilità. In ballo c’è l’onestà dei propri assessori. Si travalica il confine della politica. Lampano si è guardato bene dal chiedere un incontro propedeutico ai due esponenti della giunta. Oltre che ai funzionari, ha inviato i documenti al sindaco Antonino Santillo e al segretario comunale. Un modo spietato per dire: “Non mi fido di Villano e Pellino”. Si tratta di un caso politico, questo è certo. Ma il tema principale afferisce alla moralità e alla correttezza amministrativa di due membri dell’esecutivo. Non basta mettere una pezza per relegarlo nel cassetto dei brutti ricordi. Due atti di sindacato ispettivo sono di fatto anche due notizie di presunti reati. Il fuoco amico, si sa, fa sempre più male. Una “tecnica” che ricorda gli anni passati. Una “strategia” per mescolare le carte e scrivere sulla lavagna i nomi dei “bravi” e dei “cattivi”. E così un sasso lanciato nello stagno provoca un maremoto. Peccato che si salvano proprio i veri cattivi. La storia di Orta di Atella docet. L’ex sindaco Villano e l’avvocato Ragozzino hanno il dovere morale di spazzare via ogni ombra sui propri assessori. Non ci sono calcoli politici che tengano di fronte alla legalità. Se è necessaria una verifica con l’indicazione di un nuovo organigramma che riguardi tutte le cariche istituzionali che verifica sia. Se l’amministrazione comunale deve andarsene a casa che si torni alle urne. Se tutto sarà messo a tacere con un “volemose bene” calerà per sempre il sipario sulla “pulizia” di tutta la classe dirigente. Cui prodest?

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