Braccio di ferro fra Michele Emiliano e Elly Schlein. Ma, alla fine, l’ha spuntata la segretaria. Il duello a distanza è durato tutta la giornata. E’ iniziato con il governatore che ha annunciato l’intenzione di cambiare solo i due assessori che si sono dimessi. E’ proseguito col richiamo all’ordine di Schlein: “No, non basta – è il senso della replica – avevo chiesto di più”. Ed è finita con la resa – almeno per ora, almeno a parole – di Emiliano: “Darò seguito alle indicazioni della segretaria”. Galeotta è stata un’intervista all’Huffpost, dove il governatore della Puglia aveva messo in chiaro un po’ di cose: che non intendeva azzerare la giunta e che non riteneva opportuno il commissariamento del partito locale. Insomma, due no al Pd: Schlein gli aveva chiesto un’inversione netta. E infatti in serata la segretaria ha diffuso una nota: “Mi aspetto che” Emiliano “proceda a un netto cambio di fase che non può tradursi in una mera sostituzione di chi è uscito, ma solo in un concreto rinnovamento degli assetti di governo regionale che sancisca un nuovo inizio, su basi diverse. Su questa linea confido che il presidente Emiliano operi in tempi brevi e con risultati tangibili”. Pochi minuti dopo, la risposta del govenatore: con Schlein “condividiamo la necessità di voler dare il segno a un netto cambio di fase che dia il senso di una storia dedicata al presidio di legalità e alla lotta a ogni forma di criminalità anche attraverso l’attività politica quotidiana”. Nell’intervista, Emiliano aveva detto un “no” anche al M5s, affermando sostanzialmente che l’assessore alla legalità chiesto da Giuseppe Conte non è indispensabile. Una mossa letta come un freno all’ipotesi di un ritorno in giunta dei 5s. Anche il presidente dem Stefano Bonaccini aveva chiesto di più a Emiliano: “Servirebbe una ripartenza con segnali di novità – aveva detto – e andrebbero condivisi, visto che governa con Schlein e Conte”. Per Nicola Fratoianni, di Si (partito in maggioranza in Puglia), “siamo di fronte a un problema serio, tutto si può fare tranne che far finta che non esista”. Il caso Puglia ha anche allargato la falla fra Pd e il M5s: in casa dem c’è chi legge nelle mosse di Conte un tentativo di scalata alla leadership dell’opposizione. Ma i riflessi sono stati anche interni: nel Pd c’è chi vede crescere in maniera trasversale gli appunti a Schlein, con la richiesta di interventi più energici non solo sul caso pugliese ma anche su ciò che avviene in Piemonte, altra regione con esponenti Pd alle prese con le inchieste. Anche in quest’ottica è stato letto il pugno duro nella nota della segretaria di fine serata. Dopo l’addio del M5s alla giunta, Pd e Si avevano chiesto a Emiliano un segnale forte. Anche per non trasformare Conte nella bandiera solitaria della legalità. L’uscita dei 5 stelle dal governo regionale è infatti stata la conseguenza delle indagini che in Regione hanno portato alle dimissioni di un assessore Pd e all’arresto di un assessore della scorsa legislatura, sempre guidata da Emiliano. Aveva colpito anche un aspetto di contorno dell’intervista fatta a Emiliano, che era stato intercettato a Roma. La coincidenza aveva fatto pensare a un incontro con Schlein, nella sostanza confermato nelle note di entrambi. C’è poi il capitolo dei rapporti all’interno dell’area progressista. Al Fatto Quotidiano Emiliano aveva rivelato che Schlein “teme che i 5s abbiano preso questa decisione per porsi nuovamente in competizione col Pd”. Un quadro realistico, secondo la senatrice Pd Simona Malpezzi: “Dico al M5s: l’avversario sta da un’altra parte. A meno che l’obiettivo di Conte sia la leadership del centrosinistra e provare a indebolire il Pd”. Ma i 5 stelle lo hanno respinto: “La battaglia di Conte e del M5s non è contro il Pd, è contro la corruzione”, ha detto il capogruppo alla Camera, Francesco Silvestri. La collaborazione con il Pd “certamente continua”, ha assicurato il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli. Il segretario di Si Fratoianni ha provato a indicare la via della tregua: “Lo dico a chi ha velleità di guidare” le opposizioni, “chiunque esso sia: non è questo il problema più rilevante che abbiamo in questo momento nel Paese”.

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