“La cosa che più mi ha ferito in questi giorni è stato il silenzio di Delmastro. Non si è mai fatto sentire. Ma dimostrerò che non sono stato io a sparare”, avrebbe detto agli amici, Emanuele Pozzolo. “Una leggerezza che mi ha rovinato la vita e soprattutto ha messo in difficoltà il partito. Non lascerò il mio incarico in ogni caso, anche se la sospensione verrà attuata. Sono lì perché i cittadini mi hanno voluto”, conclude il deputato di Fratelli d’Italia chiuso in casa con la sua famiglia. Non si potrà risolvere in poche battute l’inchiesta della procura di Biella su quanto avvenuto la notte di Capodanno alla Pro loco di Rosazza, dove un proiettile esploso dalla pistola portata dal deputato Emanuele Pozzolo ha ferito un trentunenne. L’esame conosciuto come Stub, che serve per accertare eventuali tracce di residui di polvere da sparo (e in particolare la presenza simultanea di particelle di piombo, antimonio e bario), è piuttosto complesso e ha dei tempi lunghi. A occuparsene sono gli specialisti del Ris di Parma. Il parlamentare si è sottoposto ai rilevamenti su entrambe le mani e agli indumenti che indossava quella sera. In base alla procedura ha anche il diritto a nominare un consulente tecnico per seguire le analisi. Pozzolo è indagato per lesioni, accensioni pericolose e omessa custodia di arma. E’ stato formalmente querelato dal ferito, l’elettricista Luca Campana. Le testimonianze acquisite finora dagli inquirenti sembrano indicare una responsabilità diretta del parlamentare. Ad assumere la difesa di Pozzolo è stato Andrea Corsaro, avvocato di lungo corso e sindaco di Vercelli alla guida di una giunta di centro-destra. Cinque giorni fa, da primo cittadino, Corsaro aveva auspicato via social “una festa di Capodanno in piena sicurezza per tutti” ricordando “i divieti del regolamento comunale posti per fronteggiare il pericolo proveniente dall’utilizzo i fuochi pirotecnici e fragorosi botti illegali”. Fino allo scorso aprile Pozzolo è stato uno dei suoi assessori. Ora sono diventati virali sul web, con il contorno di insulti e di sfottò da parte degli internauti, gli ultimi due post pubblicati dal deputato FdI, entrambi a Capodanno. In uno accompagnava gli auguri con una frase di Tolkien (“tutto ciò che dobbiamo decidere è cosa fare col tempo che ci viene dato”). La deputata Valentina D’Orso (M5s) chiede se Pozzolo “nell’immediatezza del fatto sia stato sottoposto al test per la rilevazione del tasso alcolemico”. L’interrogazione è rivolta al ministro dell’Interno, per sapere se sono state fatte “le dovute verifiche sulle motivazioni in base alle quali è stata concessa l’autorizzazione al porto d’armi per difesa personale”. A quanto pare, Pozzolo affermava di sentirsi minacciato dopo i suoi interventi social contro il regime degli ayatollah in Iran. L’iter verso la revoca dei permessi è già stato avviato. Un’altra interrogazione, oltre a chiedere di chiarire la dinamica dei fatti, allarga il campo agli agenti della penitenziaria presenti nella scorta del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove. I deputati Pd Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia e prima firmataria, Federico Gianassi, capogruppo in commissione Giustizia e i colleghi Michela Di Biase, Marco Lacarra e Alessandro Zan, chiedono ai ministri dell’Interno e della Giustizia di chiarire urgentemente lo svolgimento dei fatti”, ma anche un’ipotesi di un quotidiano, al momento priva di riscontro, secondo cui “avrebbero esploso alcuni colpi di pistola anche alcuni degli agenti presenti alla festa”.

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