Bastano poco più di 200 voti per un buon posto in lista al Senato, appena meno di 300 preferenze per correre per la Camera. È quanto dicono i risultati delle parlamentarie del Movimento 5 Stelle, che ieri ha finalmente pubblicato i propri elenchi per i listini del proporzionale di Montecitorio e Palazzo Madama. Luigi Nave, con appena 234 clic ottenuti dagli iscritti, lotta infatti per un seggio al Senato piazzandosi alle spalle della capolista Mariolina Castellone; poco meglio ha fatto Enrica Alifano, che per essere inserita da seconda nel listino di Campania 2 alla Camera ha dovuto raggiungere 297 voti. Il paradosso è che per avere la seconda posizione nel listino di Senato 2, l’uscente Anna Bilotti ha dovuto mettere insieme ben 1571 voti, che comunque non le sono valsi un posto da capolista. Una lotteria. Alla fine, tra i 5 collegi scelti in tutta Italia, il leader M5s, Giuseppe Conte, ha deciso di piazzarsi capolista anche nel proporzionale di Campania 1 per la Camera. Se ieri sono stati resi noti i nomi di chi andrà a giocarsi un seggio nei listini, non sono invece stati ancora comunicati i nominativi di chi sarà inserito nei collegi uninominali. Ormai Conte ha raggiunto il limite massimo di collegi: due in Lombardia, uno in Campania, Puglia e Sicilia. Tuttavia nella galassia M5s non viene escluso che l’ex premier possa fare all’ultimo secondo una sorta di mossa del giaguaro: abbandonare il listino campano – conservando comunque il paracadute negli altri quattro collegi – per candidarsi nell’uninominale dove sarà inserito Luigi Di Maio dalla coalizione di centrosinistra per sfidarlo. Una suggestione al momento, ma da tenere in considerazione fino all’ultimo minuto di lunedì sera quando scatterà la deadline per la presentazione delle liste. L’obiettivo sarebbe di mettere in pericolo il ritorno in Parlamento del ministro degli Esteri in una sfida corpo a corpo.

Se Conte guiderà il listino di Camera 1, in Campania ci sono altri cinque paracadutati che non hanno dovuto sottoporsi alle parlamentarie perché scelti direttamente dall’ex premier. Si tratta di Mariolina Castellone, del triestino Stefano Patuanelli e del pugliese Mario Turco per il Senato, poi Sergio Costa e l’avellinese Michele Gubitosa capolista alla Camera. C’è poi il caso del casertano Agostino Santillo, capolista per Montecitorio in Campania 2, in passato considerato assai vicino a Di Maio. Ingegnere di Casapulla, Santillo con questo piazzamento di privilegio e con 802 preferenze ottenute online, figurava anni fa nel direttivo dell’Udc. Per salvarlo dalle accuse interne fu costretto a intervenire il segretario cittadino degli eredi della Balena Bianca per spiegare che, in realtà, si trattava solo di un incarico tecnico. Vecchie schermaglie che forse, oggi, con il Movimento 5 Stelle alleatosi nell’ultima legislatura con tutti, dalla destra alla sinistra, non troverebbero certamente più fondamento. Chi lotterà alle spalle di Conte – e quindi quasi certa di rientrare a Montecitorio – è Gilda Sportiello, considerata vicina a Roberto Fico. Quasi tutti gli uscenti, alla fine, sono riusciti a passare il vaglio delle parlamentarie. Teresa Manzo, con ben 708 preferenze, è nel listino dietro il “nominato” Costa. Più sudato il posto in listino per Raffaele Bruno, anche lui vicino a Fico, inserito solo al terzo posto. Beffato proprio da Giuseppe Conte, che si è piazzato da capolista, è invece uno dei pochi attivisti storici che in questi anni non ha avuto incarichi, Dario Carotenuto: per lui un posto solo da supplente se qualcuno rinunciasse all’interno dei listini. In pratica Carotenuto deve sperare che Conte lasci il proporzionale campano per andare a sfidare Di Maio per rientrare in pista oppure provare ad entrare negli uninominali, lì dove dovrebbero trovare ospitalità Dario Vassallo (il fratello di Angelo, il sindaco di Pollica ucciso nel 2010) e, probabilmente, il Garante dei Detenuti della Campania, Samuele Ciambriello. L’ex procuratore antimafia De Raho correrà invece in Calabria. Chi è rimasto fuori dai giochi è invece Antonio Saiello, finito agli onori delle cronache perché fratello di Gennaro, il consigliere regionale M5s. Stavolta neppure il «tengo famiglia» è valso una candidatura.

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