“La tua scelta è una scelta estetica, ma una scelta estetica non è una scelta. Scegliere è un’espressione rigorosa dell’etica”. Dobbiamo scomodare Kierkegaard per fare una po’ di chiarezza sul caso ex Texas di Aversa. Nell’ultimo civico consesso alcuni consiglieri comunali, sempre i soliti, hanno preferito fare “scelte estetiche” relegando alla marginalità l’etica politica. L’assessore ai Lavori pubblici e all’Urbanistica Marco Villano ha posto la questione del futuro dell’area industriale dismessa in modo chiaro, come se stesse parlando a dei bambini: volete che la zona Texas sia oggetto di una speculazione edilizia oppure no? È questo il crocevia delle decisioni. Giocare a rimpiattino è inutile e stupido. Fingere di guardare il dito e non la luna che è lì davanti agli occhi di tutti è poco serio. La caccia al finto colpevole (Villano) è finita male. I cacciatori si sono impallinati tra loro. L’esponente della giunta griffata Alfonso Golia li ha bruciati sul tempo. Villano indossa una corazza che lo rende imperforabile: è pulito e onesto. Doti che nell’assemblea consiliare normanna non tutti possono esibire. Far passare Villano per speculatore è un’impresa impossibile. Ha mille difetti. Ma sull’integrità morale (non firma assegni scoperti) non c’è partita. Lo ha dimostrato carte alla mano anche nell’intricata vicenda Texas. Altro che proposta tardiva.

L’ex Texas

Villano 48 ore dopo l’entrata in vigore della legge regionale n. 13 del 10 agosto 2022, che fissa i nuovi parametri normativi generali dell’urbanistica per i Comuni, ha inviato alla commissione competente la proposta di delibera per la perimetrazione dell’area. L’obiettivo? Solare: impedire la realizzazione esclusivamente di alloggi residenziali. L’opposto della speculazione edilizia che invece a qualcuno sotto sotto (e nemmeno tanto) piace perché favorisce i proprietari del suolo, la famiglia Cesario. Proprio loro, quelli di Sant’Antimo. Scadenziamo le date. Il 10 agosto diventa operativa la legge n. 13 che sostituisce il Piano Casa approvato dalla Regione Campania nel 2009, che però viene prorogato fino allo scorso 30 settembre. Cosa cambia? Il Piano Casa prevede che in deroga agli strumenti urbanistici per gli immobili industriali dismessi è possibile attuare un cambio di destinazione d’uso da industriale a residenziale. Nel contempo stabilisce che “alcune zone possono essere escluse con la perimetrazione dell’area” sulla scorta di una deliberazione motivata del consiglio comunale. In pratica il Piano Casa del 2009 attribuisce al civico consesso la possibilità di dare un indirizzo politico su alcune zone industriali dismesse. Nel caso dell’area Texas l’assessore Villano va esattamente in questa direzione. Perimetrare la zona per scongiurare la cemetificazione selvaggia. La legge regionale n. 13 al comma 14 invece stabilisce che: “Per immobili dismessi o da riqualificare è consentito presentare richiesta di permesso di costruire per edilizia residenziale e non residenziale, da realizzarsi con ristrutturazioni effettuate anche mediante abbattimento e ricostruzione di volumetrie edilizie preesistenti, in particolare per progetti che prevedono il riconoscimento della possibilità di realizzare una volumetria aggiuntiva rispetto a quella preesistente, come misura premiale, in misura non superiore al venti per cento”. Insomma cemento a go-go. Proprio quello che voleva impedire Villano. Non a caso, come già detto, l’assessore all’Urbanistica il 12 agosto spedisce alla commissione la proposta di delibera per perimetrare la zona Texas. La commissione Urbanistica decide di non decidere e si riserva eventuali valutazioni in consiglio comunale. Inciso: la legge regionale n. 13 (quella pro-cemento) è divenuta operativa a partire dal primo ottobre di quest’anno. A 8 giorni dalla sua entrata in vigore Paolo Santulli, componente della commissione Urbanistica, ha avuto la brillante idea di proporre di conferire un incarico legale per valutare il da farsi. Immaginate l’iter: serviva una determina per l’incarico legale, l’avvocato prescelto doveva acquisire tutta la mastodontica documentazione, poi doveva studiarsi l’incartamento e infine avrebbe dovuto redigere il parere da inviare alla commissione Urbanistica che a sua volta si sarebbe dovuta riunire per decidere. Nel frattempo nell’area Texas sarebbero sorti un paio di grattacieli.

Carmine Palmiero

Villano non si arrende. Il 23 settembre scrive al presidente del consiglio Carmine Palmiero chiedendo la convocazione d’urgenza dell’assise, cioè in 24 ore. Palmiero si trasforma in un bradipo. E riunisce l’assemblea consiliare per il 30 settembre. Chissà perché? Alla fine della fiera Santulli finisce nel baratro di una contraddizione inspiegabile: nel 2011, sindaco Mimmo Ciaramella, in consiglio comunale votò a favore della stessa proposta avanzata oggi da Villano. Un capitolo a parte lo merita come sempre Eugenia D’Angelo. Che tanto per non cambiare spicca per manifesta incapacità amministrativa. Ha dichiarato che Villano ha agito con dolo. Ha sbagliato procedura. E l’ha fatto apposta. Secondo lei l’assessore doveva proporre la perimetrazione dell’area Texas ai sensi della nuova legge regionale per evitare ogni speculazione. Ma cosa blatera? La legge n. 13 non concede questa facoltà agli enti locali. Non prevede la perimetrazione. La D’Angelo sta al buongoverno della città come il lupo cattivo sta a Cappuccetto Rosso. Ha una difficoltà atavica a comprendere le normative vigenti. Nonostante l’ostruzionismo dei soliti noti la proposta di Villano passa con i 10 voti favorevoli di Roberto Romano, Mariano Scuotri, Mimmo Menale, Paolo Cesaro, Antonio Andreozzi, Pasquale Fiorenzano, Marco Girone, Vincenzo Angelino, Federica Turco e del sindaco Golia. Sia chiaro, serve a ben poco. La nuova legge regionale consente ai privati di chiedere e ottenere il cambio di destinazione d’uso dell’area Texas da industriale a residenziale. Ma non è certo colpa di Marco Villano. Al limite Santulli e D’Angelo dovrebbero prendersela con il governatore De Luca. Sorge un dubbio: non è che in fondo in fondo a loro va bene così? Con la sua proposta di delibera l’assessore all’Urbanistica ha posto tutti davanti a un bivio: volete la cementificazione della zona ex Texas? Chi ha votato a favore della delibera ha detto chiaramente “no”. E gli altri?

Mario De Michele
(continua…)

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