Il governo rinvia il parere sul Mes e le opposizioni abbandonano compatte la commissione Bilancio alla Camera. La capogruppo Fdi Ylenja Lucaselli, riferisce Luigi Marattin di Iv, firmatario di una delle proposte di ratifica, ha preso la parola chiedendo chiarimenti sugli “effetti finanziari della riforma del Mes” e il governo, per voce del sottosegretario Federico Freni si è riservato di rispondere domani. Ma, ricorda Marattin, c’era una “apposita nota del Mef” del 21 giugno, per cui “ho chiesto quali delle domande non trovano risposta nella nota di sei mesi fa”. Si tratta, per le opposizioni, della “ennesima presa in giro”. Nei resoconti dei lavori parlamentari del 21 giugno si legge la lettera, inviata dal Mef il 9 giugno alla commissione Esteri di Montecitorio, firmata dal capo di gabinetto di Giancarlo Giorgetti, in risposta a una richiesta del presidente Giulio Tremonti, in cui si esaminano effetti “diretti” e “indiretti” della ratifica dell’accordo di riforma “sulle grandezze di finanza pubblica”. Sul fronte degli effetti “diretti”, dalle verifiche del Mef “non discendono nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del trattato istitutivo del Mes del 2012”. Gli effetti indiretti invece “appaiono di difficile valutazione. Essi – si legge – potrebbero astrattamente presentarsi qualora le modifiche apportate con l’accordo rendessero il Mes più rischioso”. Ma “Non si rinvengono nell’accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio” che non è stato “evidenziato” nemmeno dalle agenzie di rating “che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma”. Il Mef ricorda che Moody’s “nel giugno 2022 ha alzato il proprio rating sul Mes portandolo al massimo (ad Aaa da Aa1), citando la riforma del Trattato fra i fattori” di miglioramento del rating. Mentre le altre agenzie di rating “(S&P, Fitch e appunto Moody,s), al momento conferiscono al Mes la tripla A o valutazione equivalente”. Per gli effetti indiretti della “sola ratifica”, aggiunge ancora il Mef, “sulla base di riscontri avuti da analisti e operatori di mercato, è possibile che la riforma del Mes, nella misura in cui venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l’Italia. Quanto questo comporti in termini di possibile riduzione del costo dell’indebitamento del nostro Paese è, tuttavia molto difficile da prevedere ex ante”. Quanto a una eventuale attivazione “del supporto finanziario fornito dal Mes” il costo dipende da “una serie di variabili tra cui: il costo che il Mes sosterrebbe sui mercati per finanziarsi (cost of funding), il tipo di strumento cui lo Stato membro accederebbe, l’entità della raccolta operata dal Mes, un insieme di elementi previsti dalle linee guida per la fissazione del costo (pricing) dovuto per l’assistenza finanziaria, che sono decise dal Consiglio dei Governatori del Mes, che ha anche la facoltà di modificarla in qualsiasi momento all’unanimità”. Questo impatto, osserva il Mef, andrebbe “valutato anche in relazione alla specifica situazione pre-assistenza, in particolare relativamente al proprio costo di finanziamento sul mercato”. Rispetto alle “prospettive degli altri Stati membri azionisti del Mes, l’attivazione del supporto rappresenterebbe, direttamente, una fonte di remunerazione del capitale versato e, indirettamente, un probabile miglioramento delle condizioni di finanziamento sui mercati”. “E’ una totale presa in giro: problemi di copertura non ce ne sono come ha dichiarato il ministro dell’Economia in un documento protocollato il 9 giugno. Non si capisce perché la commissione Bilancio non possa dare un suo parere, è una manovra dilatoria che snatura la commissione per problemi politici dentro la maggioranza che non si è in grado di affrontare”, così la responsabile Lavoro nella segreteria del Pd e componente della commissione Bilancio della Camera Maria Cecilia Guerra.

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