Siamo quasi agli albori del 2000. Fabio Di Micco, oggi senatore del gruppo misto, dopo l’elezione con i 5 Stelle, e suo fratello Raffaele ottengono la concessione edilizia n. 79 del 07.07.99 per realizzare due appartamenti in via Papa Giovanni XXIII a Orta di Atella. Il progettista architettonico e direttore dei lavori è Nicola D’Ambrosio, il progettista strutturale è Domenico Raimo, il collaudatore è Giuseppe Mozzillo, il relatore geognostico Luigi Peloso, mentre l’impresa esecutrice è la ditta Mozzillo Antonio. Le superfici di progetto prevedono una scala aperta, un piano terra destinato a deposito, un altro piano terra da utilizzare come porticato, al primo e secondo piano sono disegnati due appartamenti di 302 mc ciascuno, il terzo piano invece è sulla carta un sottotetto non abitabile. Fin qui tutto in regola. Se non fosse che sono spuntati dal nulla, nel senso che non erano contemplati nel permesso di costruire, altri due appartamenti. Il porticato al piano terra è diventato come per magia un’abitazione, così come il sottotetto al terzo piano. Per cercare di correre ai ripari Fabio e Raffaele Di Micco presentano due istanze di condono (numero di protocollo 14338 del 10.12.2004 per il senatore, n.14340 del 10.12.2004 per il fratello). Ma, a quanto ci risulta, nessuno dei due è riuscito a condonare i gravi abusi edilizi commessi. Il senatore e suo fratello si sono “ritrovati” (non a loro insaputa) due appartamenti in più dal valore di mercato di circa 135mila euro ciascuno. Inoltre le due abitazioni, che sono state date in locazione, hanno assicurato ai Di Micco una potenziale rendita complessiva di ben 205.000 euro, sulla base di un canone di circa 450 euro al mese per appartamento moltiplicati per 228 mensilità.

Fabio Di Micco

A ciò si aggiunga il danno alla collettività e al territorio per l’incremento del carico urbanistico dovuto alle due abitazioni abusive, per le quali non è stato corrisposto il versamento dell’oblazione e del contributo di costruzione, necessari alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Oltre ai due appartamenti in più realizzati in difformità al permesso di costruire, l’immobile presenta altri gravi illeciti urbanistici. Manca inoltre il certificato di collaudo, obbligatorio per le strutture in cemento armato (violazione delle norme antisismiche). Non è stata depositata la comunicazione di ultimazione dei lavori. Non si è provveduto alla nomina del direttore dei lavori in seguito alle dimissioni dello stesso. E ancora: non è stata rispettata la distanza dai confini in quanto si è costruito sul confine sud-est di lotti liberi non impegnati da costruzioni, mentre per legge bisogna lasciare la distanza di 5 mt, mentre sul confine nord-ovest la scala è stata costruita a una distanza inferiore di 5 mt. In ultimo, ma non per importanza, nel calcolo della superficie consentita è stata utilizzata quota parte di superficie territoriale (fascia di tratto di strada larga un metro e lunga 16 mt) con la conseguenza che il lotto reale, pari a 388,90 mq, non rispetta il minimo di intervento nella zona B2 (dove insiste lo stabile) pari a 400 mq. Insomma con questa sequela di abusi si proietta il film più in voga ad Orta di Atella negli anni 2000, quello sull’abusivismo edilizio. Stavolta tra gli attori protagonisti, che fanno la parte del cattivo, c’è Fabio Di Micco, rivoluzionario dell’ultim’ora e impietoso moralizzatore durante la campagna elettorale a sostegno del sindaco Vincenzo Gaudino. Avrebbe fatto più bella figura se avesse tenuto un profilo basso. O no?

Mario De Michele

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