Come i ladri che chiamano disoneste le guardie. Come i tangentisti che pongono la questione morale. Come i malversatori che si pongono a baluardi della legalità. Come il mondo alla rovescia di Orta di Atella. Dopo averne viste di tutti i colori ci mancava solo che i geometri e i costruttori imbroglioni, cioè coloro i quali hanno realizzato “Orta 2” a suon di licenze illegittime e mazzette a go-go, si ergessero a giudici addirittura della triade commissariale che da oltre un anno gestisce il Comune in seguito allo scioglimento per camorra. Le dottoresse Francesca Giovanna Buccino, Rosa Maria Falasca e Lucia Guerriero, tre integerrime e competenti funzionarie della Prefettura di Caserta, sono incredibilmente finite nel mirino del circolo cittadino del Pd e dell’associazione Socialisti & Democratici per Orta di Atella. Attraverso un manifesto per nulla natalizio i dem e il sodalizio locale, di cui non è dato conoscere statuto e organigramma, hanno sferrato una lunga serie di attacchi lubrici e stomachevoli. In estrema sintesi la triade nominata dal prefetto Raffaele Ruberto è stata accusata, non solo di incapacità gestionale, ma addirittura di continuità rispetto all’amministrazione Villano, mandata a casa per presunte infiltrazioni mafiose. Follia pura. “Una gestione, a dir poco, approssimativa e, sicuramente, poco incisiva, – recita un passo del documento – che ha aggravato problemi, già esistenti, compromettendo ogni speranza di rinascita e di rilancio della nostra Città. Non bastano gli appelli retorici, rivolti ai giovani ortesi, a difesa del nostro territorio e timide esternazioni, per dare visibilità agli impercettibili risultati registrati”.

ATTI IN CONTINUITÀ CON GLI AMMINISTRATORI IN ODORE DI CAMORRA, IL PD CASERTANO PRENDA PROVVEDIMENTI

Francesco Piccirillo e Mario Vozza

E poi una sequela di accuse sguaiate: “Artifizi da parte di alcuni funzionari, fra l’altro, propedeutici a garantire “rendite di posizione”, con successivi atti emanati dalla stessa commissione, addirittura, in ottemperanza a deliberazioni della giunta sciolta”. Davvero osceno il chiaro riferimento a una sorta di “contiguità” con l’amministrazione comunale sciolta per camorra. Da brividi. “Sarebbe stato opportuno – si legge nel manifesto sottoscritto da Pd e Socialisti & Democratici – ritrovare l’essenza del proprio mandato nella conoscenza approfondita della realtà territoriale, attraverso un’analisi accurata di quanto espresso nei documenti, che hanno delineato, con estrema chiarezza, le motivazioni dello scioglimento del consiglio comunale. Siamo convinti che tutto ciò avrebbe certamente garantito un sostegno proficuo all’azione amministrativa ed evitato di alimentare, certamente in buona fede, un’inopportuna continuità amministrativa con le esperienze precedenti, palesata anche attraverso il coinvolgimento, determinante, di soggetti impegnati attivamente nelle ultime gestioni”.

Stiamo scherzando? Si insinua palesemente che le dottoresse Francesca Giovanna Buccino, Rosa Maria Falasca e Lucia Guerriero non abbiamo contrastato pratiche illegittime. Peggio ancora. Che abbiano addirittura lavorato a braccetto con chi sarebbe in odore di camorra. Siamo di fronte a un fatto inaudito. Il segretario provinciale del Pd Emiddio Cimmino non può lasciar correre. Deve immediatamente avviare un’attività di accertamento per individuare i responsabili (sono i soliti noti) e cacciarli dal circolo. Un partito di governo non può consentire che a livello locale funzionari dello Stato siano trattati alla stessa stregua di criminali e truffatori. Il Pd casertano batta immediatamente un colpo e si schieri accanto ai commissari straordinari di Orta di Atella.

BUCCINO, FALASCA E GUERRIERO ACCUSATE DA CHI FACEVA PARTE DEL SISTEMA BRANCACCIO

Il manifesto suscita maggiore disgusto perché chi si erge a paladino della legalità e punta l’indice dovrebbe guardarsi allo specchio e chiedere perdono in eterno per i peccati commessi ai danni della città durante gli anni del cemento. L’associazione Socialisti & Democratici, che a livello provinciale è una creatura del presidente del consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero (Pd), è popolata da carte conosciute come Francesco Gianfranco Piccirillo, solo per fare un nome. Uno che vorrebbe rifarsi una verginità definitivamente perduta negli anni scorsi. Piccirillo è un esperto di affari “mordi e fuggi”. Per anni è stato il pupillo politico di Angelo Brancaccio (in cella per 416 bis), al punto da essere candidato sindaco in pectore. È stato assessore esterno, su indicazione del sultano, negli anni del cemento. È diventato d’un colpo imprenditore edile durante il boom edilizio, socio del tanto vituperato ex primo cittadino Andrea Villano (visure camerali cantano). Poi ha dilapidato in poco tempo il suo patrimonio e ora vorrebbe rimettere le mani sull’Eldorato ortese. Alla guida dell’associazione Socialisti & Democratici c’è Mario Vozza, nipote del più noto Carmine. Quest’ultimo per un lungo periodo ha amoreggiato con Brancaccio dal quale ha preso le distanze solo quando la magistratura ha parto l’inchiesta sulla cementificazione selvaggia.

IL PROFESSORE DELLE FIACCOLATE A FAVORE DI BRANCACCIO COL MOTTO: “TENGO FAMIGLIA”

Su chi sia lo “scrittore” del manifesto c’è una disputa in atto. Difficile individuarlo con un colpo secco. Però dallo “stile” si può supporre che sia un professore. Un’eminenza grigia. Un uomo che ama agire nell’ombra, anche se fu visto sventolare una fiaccola durante la manifestazione pubblica a sostegno di Brancaccio dopo il suo primo arresto. Era in prima fila. Veste in blu ed è attaccatissimo alla famiglia. Ha trovato una sistemazione per tutti: figli, generi e nipoti. Tutti meritevoli di un bel posto di lavoro, per carità. Che sarà mai se Brancaccio ha dato una spintarella!

Michele Apicella

IL MANIFESTO DELLA VERGOGNA

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