Un ‘codice di autoregolamentazione’ per i candidati. Lo hanno messo a punto il Commissario del Pd per la Campania, Antonio Misiani, insieme ai segretari provinciali Dem e oggi verrà presentato per la prima volta in una riunione del partito regionale. “Ma è chiaro – spiega Misiani – che queste regole rigide che intendiamo applicare ora in Campania a tutti i candidati delle prossime amministrative e che in parte erano già state sperimentate per le comunali a Napoli, potranno essere estese in ogni luogo dove potrebbe rendersi necessario”. Anche a Bari o in Piemonte ad esempio? “Assolutamente si”, risponde Misiani. Nella bozza del ‘Codice di autoregolamentazione’ ci sono varie richieste che verranno poste al candidato Dem. Tra queste, prima di tutto, il certificato penale. Il Pd regionale e provinciale e i circoli dovranno acquisire infatti, prima del termine della presentazione delle liste, i curriculum, il casellario giudiziario e il certificato penale dei candidati “al fine di istruire adeguatamente l’approvazione delle liste secondo le modalità statutarie”. Poi il Pd, secondo quanto si legge nella bozza messa a punto dal responsabile Economia del partito e senatore del Pd Antonio Misiani, insieme ai segretari provinciali Dem, chiederà ai propri candidati di sottoscrivere un’autodichiarazione con cui si impegnano a denunciare alle sedi competenti e agli organi di Partito: – eventuali fenomeni di condizionamento del voto, di voto di scambio, di intimidazione nel corso della campagna elettorale – tentativi di intimidazione, di corruzione o di concussione nel corso del proprio mandato elettivo o amministrativo. E si chiede anche di porre la massima attenzione: – affinché ci siano chiari meccanismi di trasparenza amministrativa e di lotta alla corruzione e al condizionamento delle organizzazioni criminali: – sia data priorità al tema del riuso dei beni confiscati alla camorra combattendo ogni forma di omissione e opacità. – sia data priorità al tema dell’educazione alla legalità e alla povertà educativa. Inoltre, gli eventuali candidati dovranno sottoscrivere il ‘codice etico’ e dovranno dichiarare di non essere in condizioni di incandidabilità rispetto al codice di autoregolamentazione antimafia. Poi gli viene chiesto anche di impegnarsi a comunicare agli organi di garanzia del partito ogni eventuale variazione della propria posizione. Secondo quanto si apprende, l’applicazione in Campania di questo ‘Codice’ verrà affidata dal Pd al magistrato Franco Roberti, già Procuratore Nazionale Antimafia. Le inchieste emerse nelle scorse settimane hanno non solo messo in difficoltà i dem, ma anche peggiorato il rapporto con il M5s di Giuseppe Conte, già complicato dalle difficoltà nel trovare terreno Comune per le varie elezioni regionali e amministrative in programma quest’anno. Elly Schlein sa bene che, dopo le inchieste in Puglia e in Piemonte, storie di voti comprati ed elezioni truccate, a tutti sono tornate in mente le sue parole del 12 marzo 2023, giorno della sua proclamazione come segretaria da parte dell’assemblea del Pd. Si era impegnata a “estirpare” malcostumi e irregolarità, ma le notizie che arrivano da Bari e da Torino certificano che, un anno dopo, questo impegno va ancora concretizzato. Lo ha ricordato l’altra sera in tv, con aria di sfida, Giuseppe Conte, e lo ribadiscono fonti M5s: “In molte realtà locali il Pd è rimasto lo stesso, con gli stessi problemi – spiegano –. Speriamo che Schlein riesca davvero a imprimere un cambiamento”. L’ex presidente del Consiglio e leader pentastellato ha respinto l’accusa di allearsi con i dem solo quando il candidato è del M5s e sul futuro dell’alleanza a livello nazionale ha detto: “Le sorti dell’area del campo progressista non dipendono solo da noi, ma anche da quel che vorrà fare Schlein. Vuole perseguire gli impegni presi con la comunità che l’ha investita segretaria, per trasformare il Pd? O finirà trasformata dal Pd?”. Se sul futuro di Bari c’è grande nebulosa sul candidato sindaco di centrosinistra – e anche i più ottimisti sono pronti a scommettere che l’unità non si riuscirà a raggiungere – da Torino arriva una notizia. Raffaele Gallo, consigliere regionale in Piemonte nonché figlio di Salvatore Gallo, noto esponente dem indagato per voto di scambio, pur non essendo coinvolto nell’inchiesta ha ritirato la candidatura alle prossime elezioni e si è dimesso dall’incarico. Anche questo un tentativo di fugare ogni insinuazione. Ora c’è da scegliere chi prenderà il posto di Gallo e un ragionamento si sta facendo sul reintegro di Mauro Salizzoni, escluso in un primo momento. L’area più vicina a Schlein, invece, insiste sulla presidente regionale del partito Nadia Conticelli come capolista. Ma si potrebbe virare su un nome terzo, pescato dalla società civile ed espressione della nuova generazione, anche per evitare altre contrapposizioni interne.

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