Franco Roberti è l’incarnazione della dirittura morale. Il suo imperativo categorico è l’onestà. Per l’eurodeputato del Pd etica e probità sono principi non barattabili. Meno che mai per scopi politici. In un’intervista a “Il Mattino” il presidente della commissione congresso regionale dei dem campani non usa giri di parole: “Tessere bluff e sultani la vera questione morale”. Sul caso Caserta Roberti è intransigente: “Al presidente Gatto ho scritto: “Caro Presidente, con riferimento alle tessere da cancellare perché fatte in difformità dalle prescrizioni del regolamento vi invito a cancellare tutte le iscrizioni anomale, e in particolare quelle effettuate con carta prepagata, quelle effettuate a mezzo bonifici di tabaccheria via Sisal, nonché quelle effettuate con pagamenti multipli eccedenti di tre. Resta salva, ovviamente, la cancellazione di eventuali posizioni personali incompatibili con il Partito democratico”. Più chiaro di così…”. Eppure la commissione provinciale del Pd casertano per il congresso ha approvato una platea degli iscritti palesemente dopata (clicca qui). “Nel Pd campano – aggiunge l’ex procuratore nazionale antimafia – esiste una questione morale da affrontare con rigore e in tempi rapidi: nella nostra regione persistono purtroppo ancora ampie zone che restano in mano ai “Signori delle tessere”: zone di opacità nelle quali il rischio che si saldino interessi loschi e persino mafiosi è più che mai reale. Per questo è giunto il momento di rifondare il partito, ma bisogna fare presto, perché il tempo sta per scadere. Anzi, forse è già scaduto”. L’analisi di Roberti è impietosa ma aderente alla realtà di Terra di Lavoro. “Dove c’è il controllo delle tessere nascono quelli che il collega Boccia ha giustamente definito “sultanati”. E dove ci sono i “sultani” il rischio dei condizionamenti si fa alto e pericoloso in Campania. La camorra prova a mettere le mani anche nella politica, questo non è un segreto. Voglio ricordare che quando il Partito democratico si chiamava DS, da queste parti – e segnatamente proprio nel Casertano – il tesseramento veniva gestito da due fratelli, noti affiliati al clan dei Casalesi”. Ecco, nel Pd campano esiste una questione morale da affrontare con rigore e in tempi rapidi. Sarà fatto? Chissà.

Mario De Michele

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