La Giunta per le Autorizzazioni della Camera, molto probabilmente, domani votera’ a favore dell’ arresto di Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario del Pdl accusato dai magistrati campani di essere il ‘referente politico del clan dei Casalesi’.

I vertici della Lega, riuniti in serata a Via Bellerio, hanno infatti deciso di dire si’ all’arresto del parlamentare, cosi’ come richiesto anche dal Tribunale del riesame che, proprio oggi, ha trasmesso alla Giunta la sua ordinanza di conferma della custodia cautelare. Cosi’, se anche i due esponenti del Carroccio, Luca Paolini e Livio Follegot, diranno si’ alle manette per il deputato del Pdl, come annunciato da Roberto Maroni al termine del vertice, i voti favorevoli dovrebbero diventare 12 (2 Fli; 5 Pd; 1 Idv; 2 Udc; 2 Lega), mentre i ‘no’ resterebbero 9 (7 Pdl; 1 Misto-Mario Pepe; 1 Popolo e Territorio). Sempre che il radicale Maurizio Turco decida di votare in sintonia con gli altri colleghi del Pd. L’Aula di Montecitorio dovrebbe poi dire la sua, in via definitiva, giovedi’ prossimo. ”In quell’occasione pero’ – avverte un altro esponente della Lega che preferisce l’anonimato – alcuni di noi potrebbero votare contro l’arresto perche’ in effetti il quadro accusatorio e’ piuttosto fragile…”. E di ‘fragilita’ delle accuse mosse dai magistrati napoletani nei confronti dell’ex sottosegretario, parla da giorni anche Paolini che non esclude la possibilita’ di un voto ‘difforme’ tra Aula e Giunta. Su ”oltre 1.000 pagine di richiesta di custodia cautelare – aveva osservato – solo una trentina riguardano l’ex sottosegretario che, peraltro, in quasi 10 anni d’inchiesta non e’ mai stato ascoltato sino a poco tempo fa. Benche’ lui ne avesse fatto richiesta piu’ volte”. Accoglie ”con rispetto” la decisione della Lega, pur non condividendola, il capogruppo del Pdl in Giunta Maurizio Paniz che del caso Cosentino e’ anche relatore. Mentre la decisione della Lega di votare a favore dell’arresto e’ per l’ex ministro Paolo Romani e buona parte del Pdl ”una nuova rottura della vecchia maggioranza”, possibile frutto di uno scontro tra Bossi e Maroni in seguito alle decisioni ”bislacche” sul ‘tesoretto’ dei fondi investiti all’estero. Sarebbe stato ”assurdo”, invece, per Donatella Ferranti (Pd), che ”uno come Paolini potesse dettare la linea a Maroni”. E’ ”impossibile – aggiunge – tenere insieme chi, come Maroni, plaude all’arresto di Michele Zagaria ed esalta il modello Caserta e chi, come Paolini, fa di tutto per salvare Nicola Cosentino accusato, proprio dai giudici del modello Caserta, di essere il referente politico nazionale dei casalesi”. La decisione del Carroccio, rincara la dose il responsabile Riforme Udc Pierluigi Mantini, ”segna una maggiore presa di distanza della Lega dal Pdl mostrando una volta di piu’ di votare a seconda del momento politico: ieri con il Pdl, oggi contro…”. E se in Giunta non sembrano profilarsi grosse sorprese, in Aula non si attendono particolari capovolgimenti anche in caso di voto segreto che ”naturalmente verra’ chiesto”, come si assicura nel Pdl. I calcoli non sono complicatissimi: 206 del Pd (anche se resta l’incognita Radicali); 21 dell’Idv; 59 della Lega; 26 di Fli; 6 dell’Api; 38 Udc. Se solo questi deputati votassero si’, si arriverebbe a quota 356 superando cosi’ la maggioranza assoluta. Senza contare poi che potrebbero ‘confluire’ anche i voti delle minoranze linguistiche e di singoli parlamentari come, ad esempio, Giorgio La Malfa. In piu’, si fa notare nel centrosinistra, sarebbe davvero ”complesso” per Maroni se un’ ”ampia” percentuale di leghisti decidesse in Aula, complice il voto segreto, di ‘disobbedire’ alle indicazioni dei vertici di Via Bellerio. Per l’ex ministro sarebbe ”uno smacco non facilissimo da spiegare…”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui