L’attività di illecita importazione in Italia, poi fallita, di 20 milioni di euro in contanti dalla Svizzera era “per conto degli armatori Paolo, Cesare e Maurizio D’Amico”. E’ quanto emerge, afferma la procura di Roma, dalle intercettazioni eseguite nell’ambito dell’inchiesta che ha portato oggi in carcere tre persone.

 

Nel corso di un incontro con i giornalisti il procuratore aggiunto Nello Rossi ha precisato che la corruzione, in concorso, viene contestata a tutti e tre gli arrestati, mentre la calunnia è circoscritta a monsignor Nunzio Scarano. Quest’ultimo è detenuto a Regina Coeli, Zito, ex sottufficiale dei Carabinieri, all’epoca dei fatti in servizio presso l’Aisi e da alcuni mesi destinato ad altro incarico, si trova nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, mentre il broker finanziario Carenzio è a Poggioreale (Napoli).

 

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