“Massimo Paolucci non aveva potere di firma, tant’e’ che io sono imputato in un altro processo a Napoli e lui no per una questione di firme. Per quanto riguarda l’ordinanza firmata dal vice commissario Giulio Facchi e poi bloccata dalla ex ministro Altero Matteoli, posso dire che a me non dispiaceva affatto che i commissari firmassero un po’ anche loro e che ci fossero assunzioni di responsabilita’, perche’ guidare il commissariato di governo per la emergenza rifiuti era come guidare una altra Regione oltre alla Regione Campania

. Per questo a un certo punto, nel febbraio 2004, mi dimisi”. A parlare, davanti ai giudici della prima sezione penale, collegio C, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, l’ex governatore della Campania, Antonio Bassolino, chiamato a deporre dal pm Alessandro Milita nell’ambito del processo a carico del parlamentare Nicola Cosentino. Bassolino ha risposto alle domande del pm e dell’avvocato difensore di Cosentino, Agostino De Caro, come testimone assistito, per circa una ora e mezza. Cosentino e’ imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. La attenzione della accusa si e’ concentrata sulla lettera dell’ex ministro dell’Ambiente che blocco’ l’ordinanza numero 48/2002 firmata da Facchi perche’ non sottoscritta da Bassolino. L’ordinanza affidava alla Impregeco la gestione a valle del trattamento dei rifiuti al posto di Fibe, affidataria dal ’98 dell’intero ciclo di smaltimento in Campania, e la progettazione della sistemazione di una cava a Torrione attraverso il consorzio di bacino Ce3. Le intercettazioni telefoniche dei carabinieri indicano che sull’individuazione dello sversatoio e della societa’ era pesato l’interessamento di Cosentino. “Rimasi colpito dalla lettera di Matteoli e con lui trovai delle soluzioni alle sue opposizioni”, continua l’ex governatore. “Quello, comunque, fu un caso limite”, aggiunge. Poi a Bassolino viene fatto visionare l’atto di revoca della gestione a Impregeco con firma di Paolucci. “Penso sia la calligrafia di Massimo Paolucci, mio ex assessore al comune di Napoli e nominato da me funzionario da affiancare a Giulio Facchi e Raffaele Vanoli – conferma – ma non ho notizia di questa ordinanza”. Alla domanda del pm Milita su chi dei politici casertani avesse fatto ostruzionismo per la costruzione del termovalorizzatore a Santa Maria La Fossa, cosi’ come riferito da lui stesso in corte di Assise a Napoli, Bassolino non fa nomi, nemmeno dopo una riformulazione della domanda da parte del presidente del collegio dei giudici. “In provincia di Caserta – dice – vi era una discussione pubblica, intendo sui giornali, di diversi politici che spingevano affinche’ si evitasse la costruzione del termovalorizzatore a Caserta. Ma a Caserta non si e’ mai riusciti ad andare oltre i propositi, perche’ il problema principale era per noi la costruzione del termovalorizzatore di Acerra, terminato grazie a una modifica normativa, quando il commissario era Bertolaso, e all’intervento dell’esercito”.

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