Si chiamava Ciro Lametta e aveva 44 anni l’autista dell’autobus che ieri sera, sull’autostrada A16, è precipitato in una scarpata da un viadotto provocando la morte di 38 persone e numerosi feriti. Il corpo di Lametta è stato portato nella sala mortuaria dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino.

Nelle prossime ore è previsto l’esame autoptico che dovrà chiarire se l’uomo sia stato vittima di un malore. Quest’ultima, comunque, sembra un’ipotesi poco plausibile: Ciro Lametta, infatti, secondo quanto sta emergendo, ha cercato di fare di tutto per fermare l’autobus anche se non ci sono segni di frenata sull’asfalto. Doveva essere sicuramente lucido per decidere, infatti, di tentare di rallentare la corsa sulla barriera New Jersey di cemento che, invece, ha ceduto, facendo precipitare il pullman nel vuoto. Parti del sistema di trasmissione dell’autobus sono state trovate a terra oltre un chilometro prima del luogo dove e’ precipitato. Particolare che rende molto probabile l’ipotesi che il mezzo fosse già danneggiato mentre percorreva il tratto in forte pendenza. Ciro Lametta lavorava per un bus operator gestito da un parente, la Alam Viaggi, di Gennaro Lametta, che ha sede a Napoli.

 

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