Sono le 11.40 quando quello che si temeva da tre giorni accade: la Concordia, spiaggiata come una balena davanti all’isola del Giglio da venerdi’, si muove. Di poco, ma si muove: 9 centimetri in verticale e uno e mezzo in orizzontale. Il rischio che affondi diventa cosi’ un problema con cui fare i conti in fretta: se la nave scivola sullo scalino di roccia e finisce a 70 metri di profondita’ prima che i serbatoi siano svuotati, sara’ difficile evitare anche un disastro ambientale. Il ministro dell’Ambiente Clini non nasconde la preoccupazione: ”c’e’ un rischio altissimo, non solo per il Giglio ma per tutto l’arcipelago Toscano”.

La Costa Crociere dovra’ quindi, questo il suo ultimatum, presentare entro 48 ore il piano di ”svuotamento dei serbatoi”. Se poi la nave dovesse affondare – spiega in tv – ci sarebbe bisogno di tutt’altro tipo di operazioni. E’ “difficile fare una previsione: potrebbe anche spezzarsi”. Le previsioni dicono che certamente fino a mercoledi’ il tempo dovrebbe tenere. E il tempo e’ poco, anche perche’ ci sono ancora 29 dispersi da cercare. A guardarlo dall’isola, il gigante adagiato su un fianco sembra immobile: silenzioso e morente, le uniche ‘voci’ che arrivano da laggiu’ sono quelle del mare agitato che sbatte senza sosta contro le fiancate sfregiate dall’urto con gli scogli. Ma gli strumenti di precisione installati sul fondale, rivelano ben altro: onda dopo onda, colpo dopo colpo, la nave sale e scende, si sposta avanti e indietro. Per ora, e fortunatamente, senza conseguenze devastanti. Comunque per il momento non risulta perdita di carburanti in mare. Quello che Š comparso nel primo pomeriggio di oggi nelle acque antistanti l’isola del Giglio creando allarme, spiega il ministro, Š “fluido oleoso”. Le navi del ministero dell’Ambiente hanno comunque gia’ steso un cordone di galleggianti tutto attorno alla nave, come misura precauzionale. Sull’isola sono gia’ arrivati una ventina di esperti della Smit Savage, la societa’ incaricata dalla Costa di pompare fuori dai serbatoi le 2.500 tonnellate di carburante. Per i soccorritori, dunque, e’ una corsa contro il tempo. Oggi hanno dovuto interrompere le operazioni di ricerca dei dispersi per quasi tutto il giorno e la nuova situazione li ha costretti a prendere una decisione drastica: stop alle ricerche notturne. Troppo pericoloso. La sesta vittima, un passeggero che indossava il giubbotto salvagente, individuato dai Saf dei vigili del fuoco la scorsa notte, e’ stata recuperata soltanto nel tardo pomeriggio. Prima che le condizioni del mare possano peggiorare, restano altre 48 ore ai soccorritori per trovare i dispersi. Poi, potrebbero doverlo fare con la nave completamente affondata. Il dato e’ stato fornito stasera, durante la trasmissione Porta a porta, dal comandante generale della Capitaneria di porto-Guardia costiera, Marco Brusco. Si tratta di 4 persone dell’equipaggio, (compreso il pianista) e 25 passeggeri. Tra questi 10 dovrebbero essere tedeschi, 6 italiani (tra loro William Arlotti di Rimini e sua figlia Daiana, la biellese Maria D’Introna e le due donne siciliane Maria Grazia Trecanico e Lucia Virzi’), 4 francesi – confermati dal ministero degli Esteri – gli americani Gerald e Barbara Heil, forse un peruviano. E sempre piu’ certe sembrano essere le responsabilita’ del comandante Francesco Schettino, ”scaricato” anche dalla Costa che, per bocca del presidente e Ad Pierluigi Foschi, ammette ”l’errore umano”. I filoni di indagine sarebbero tre, oltre a quello giudiziario e amministrativo c’e quello – ha spiegato Brusco – voluto dal ministro Passera per valutare anche se sono necessarie modifiche alla normativa. Per quanto riguarda Schettino anche quella che si pensava essere stata l’unica decisione sensata presa dall’ufficiale subito dopo l’incidente – la manovra per far virare la nave e accostarla il piu’ possibile all’isola in modo che non affondasse in fondali profondi – in realta’ non e’ stata voluta. La Concordia era senza motori ed era in balia delle onde. Cosi’ l’equipaggio, scavalcando l’ufficiale, ha disposto l’evacuazione, capendo prima di lui che per la Concordia non c’era piu’ speranza.

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