L’ex ministro dell’Ambiente, Willer Bordon, l’ex sottosegretario al Lavoro, Raffaele Morese e l’ex governatore della Campania ed ex commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Antonio Bassolino, sono tra i 17 destinatari degli atti di citazione in giudizio notificati su un presunto danno erariale da 43 milioni di euro.

Oltre all’ex ministro Bordon, all’ex sottosegretario Morese e all’ex governatore campano Bassolino, l’invito a dedurre della Corte dei Conti e’ stato inviato anche agli ex sub commissari per l’emergenza rifiuti Angelo Vanoli e Arcangelo Cesarano, all’ex vice presidente della Regione Campania Antonio Valiante, agli ex assessori Adriana Buffardi, Vincenzo Aita, Gianfranco Alois, Luigi Gesu’ Anzalone, Teresa Armato (attualmente parlamentare del Pd), Ennio Cascetta, Maria Fortuna Incostante (anche lei parlamentare del Pd), Federico Simoncelli, Marco Di Lello, Luigi Nicolais (oggi presidente del Cnr) e Rosalba Tufano.


Indagini condotte ancora dal Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza di Napoli, su delega della Procura della Corte dei Conti, hanno approfondito gli aspetti relativi allo svolgimento del contratto con la societa’ Jacorossi (vicenda per la quale sono stati notificate 17 citazioni a giudizio fra i quali all’ex ministro Bordon, all’ex sottosegretario Morese e all’ex governatore Bassolino), individuando ”anomalie, tradottesi in rilevanti danni per le casse dell’Erario”. E’ stato, infatti, appurato che nell’ambito delle attivita’ previste dal contratto il committente (Commissariato di Governo e Regione), come sottolinea la Finanza, ”si era assunto obblighi di cui aveva contezza fin dall’inizio di non poter ottemperare, sia per i tempi di esecuzione troppo ristretti, sia a causa delle forti opposizioni delle comunita’ locali all’apertura di nuovi siti. Il mancato rispetto degli obblighi contrattuali ha comportato conseguenze negative per i profili finanziari, nonche’ per la correttezza e funzionalita’ di un servizio cosi’ essenziale. E, infatti, sono stati sostenuti costi non preventivati per lo smaltimento dei rifiuti presso impianti di imprese terze e non sono stati utilizzati i lavoratori socialmente utili, i quali, tuttavia, hanno continuato a fruire delle previste retribuzioni”. Non solo, ma, evidenzia la Finanza, ”diversi contenziosi sorti in sede civile tra la Jacorossi Spa, il commissariato alle Bonifiche e la Regione Campania si sono conclusi nel 2007 con la stipula di un accordo aggiuntivo-transattivo al contratto originario, nel quale, oltre a dover riconoscere, per le proprie inadempienze, la somma di 21,8 milioni di euro, quale risarcimento dei danni subiti dalla Jacorossi, e’ stato inspiegabilmente disposto un ulteriore affidamento alla stessa societa’ dei servizi di asporto rifiuti e bonifica”. Il danno erariale quantificato, che la Procura contabile ha definitivamente contestato, ammonta, nel complesso, ad oltre 43 milioni di euro, di cui circa 22 milioni di euro per il risarcimento danni riconosciuto alla Jacorossi Spa, 17 milioni circa quali maggiori costi sostenuti per lo smaltimento dei rifiuti presso terzi e circa 4 milioni di euro per quanto pagato dall’Inps a titolo di ‘cassa integrazione’ ai 380 L.S.U. nei periodi di fermo delle attivita’ di bonifica

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