L’inchiesta che ha portato oggi alla notifica di 47 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti esponenti di quattro organizzazioni criminali si basa soprattutto sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Diana, fino a poco tempo fa esponente di primo piano del clan dei casalesi, fazione Bidognetti.

Diana ha riferito che nel 2009 le quattro organizzazioni criminali (Mallardo, Bidognetti, Licciardi e Contini) decisero di stringere un’alleanza per assicurarsi il controllo di una vasta area compresa tra le province di Napoli e Caserta e imporre a tappeto il pagamento del pizzo; il cartello venne ribattezzato ”gruppo misto”. ”Il contenuto dell’accordo – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – era che ogni famiglia doveva mettere a disposizione del gruppo propri affiliati i quali, a loro volta, avrebbero dovuto seguire le direttive di Francesco Diana. La famiglia Bidognetti era quella che impiegava il maggior numero di affiliati nel gruppo misto. Il gruppo ha iniziato ad essere operativo nel periodo febbraio-marzo 2009 riversando le illecite attivita’ maggiormente nel campo delle estorsioni. Il gruppo operava prevalentemente nei territori di Lusciano, sul litorale domizio (la porzione di litorale a ridosso delle province di Caserta e Napoli che va da Ischitella per finire a Pescopagano), Parete, Cancello Arnone. Ogni territorio aveva il suo referente, il cosidetto capo zona”.

 

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