Tre agenti della polizia locale di Tacalitlan sono stati arrestati. Secondo le indagini avrebbero fermato Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino e poi li avrebbero consegnati ad esponenti della malavita locale. Assume tinte fosche la vicenda dei tre napoletani scomparsi in Messico. L’intervento dei corpi speciali in indagini sulla criminalità organizzata (il Seido) che hanno commissariato la polizia locale, si è rivelato determinante nella ricerca della verità. Risale alla mattina di mercoledì l’arrivo in forze della polizia federale di Jalisco nella cittadina di Tecalitlan, dove è stata segnalata la scomparsa dei nostri tre concittadini. Decine di uomini sono entrati nella sede della polizia locale e ne hanno preso il comando. Immediatamente 33 agenti, sospettati di aver avuto un ruolo nella vicenda della sparizione dei tre napoletani, sono stati privati delle armi di ordinanza e invitati a presentarsi nella sede del comando generale di Jalisco: ufficialmente per un corso di «formazione e aggiornamento», anche se l’intento era quello di separare gli uomini dal territorio con il quale erano probabilmente collusi, e interrogarli alla ricerca della verità.

 

 

 

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