“Come mai qualcosa di cosi’ importante ti e’ sfuggita? Ma allora che ci stai a fare tu al Comune, a cambiare l’acqua ai lupini? Due sono le cose: o ti stanno prendendo in giro a te o tu mi stai prendendo in giro a me”. Questo il testo di uno dei 35 pizzini inviati dal boss Enrico Martinelli, quando era ancora latitante (venne arrestato il 28 agosto del 2007 a Ostuni, in provincia di Brindisi) al sindaco di San Cipriano di Aversa omonimo Enrico Martinelli, suo cugino di terzo grado, eletto nel 2010 con oltre il 60 per cento dei voti. Il secondo mandato dell’avvocato Martinelli, gia’ sindaco in anno passati, venne sospeso con un decreto di scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa, provvedimento poi impugnato davanti al Tar. Fu poi il consiglio di Stato ad occogliere il ricorso del primo cittadino.

Il pizzino in questione, non e’ inserito nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Oriente Capozzi, ma nella informativa che raccoglieva una serie di biglietti indirizzati al sindaco compilati con la macchina da scrivere trovata nel bunker costruito nell’abitazione di Danilo Raffaele Locusta, 31 anni, covo scoperto dai carabinieri di Caserta l’11 maggio del 2010. Nell’ordinanza di custodia cautelare, c’e’ una intercettazione telefonica di Salvatore Zippo, cognato di Locusta, del 19 aprile del 2010, in cui l’indagato parla del primo cittadino di San Cipriano. “Quello scemo del sindaco, e’ troppo scemo – dice – perche’ sono venuti quelli a casa tua”. La trattativa, condotta dall’allora latitante boss Martinelli, era relativa a un appalto da 310mila euro da cui le imprese vicine al clan avrebbero tratto ricavo pari al 4 % circa, ovvero dai 6 a 9 mila euro. In una intercettazione ambientale del 24 aprile del 2007, Zippo dice a Locusta che a casa di una donna c’era una persona “che stava parlando con il sindaco, il quale aveva gia’  parlato con il senatore. Enricuccio (il latitante, ndr.) ha indirizzato al sindaco un bigliettino”. E un altro amministratore di San Cipriano ospitava il latitante Enrico Martinelli nella sua abitazione per summit di camorra. Si tratta di Francesco Paolella, assessore all’Ambiente e risorse umane dal 19 marzo del 2010. Paolella, “aiutava, in concorso con Zippo e Russo – scrive il gip – Martinelli a sottrarsi alle forze dell’ordine”.

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