L’ordinanza del gip di Napoli, confermata dal Riesame, racconta di un centro commerciale fantasma destinato a procurare voti al sindaco e a riciclare il denaro del clan. Una vicenda nella quale Nicola Cosentino avrebbe avuto un ruolo di primo piano, adoperandosi per il finanziamento dell’operazione da parte di una banca poi bloccato, ma solo in parte, perche’ si scopri’ che era stato accordato grazie a una falsa fidejussione.

I giudici del Tribunale del Riesame, che hanno condiviso l’impostazione dell’ordinanza di custodia in carcere emessa dal gip di Napoli Egle Pilla, definiscono come ”un esempio da manuale di riciclaggio” il progetto per la realizzazione del Centro commerciale ”Il Principe” a Casal di Principe. E riciclaggio (aggravato dalla finalita’ mafiosa), falso e violazioni delle leggi bancarie sono le accuse contestate al deputato e coordinatore in Campania del Pdl che sono alla base del provvedimento di custodia sulla cui esecuzione sara’ chiamata a pronunciarsi nei prossimi giorni l’Aula di Montecitorio. Per l’ex sottosegretario all’Economia si tratta della seconda inchiesta condotta dalla procura di Napoli in cui incappa per le presunte relazioni pericolose con il clan dei Casalesi, la potente organizzazione criminale che prende il nome dalla citta’ di Casal di Principe di cui e’ originario Cosentino e dove 19enne ha mosso i primi passi in politica venendo eletto consigliere comunale. Nel novembre 2009, accogliendo la richiesta dei pm Narducci e Milita, il gip Raffaele Piccirillo emise una ordinanza di custodia cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa che non fu eseguita perche’ il Parlamento respinse la richiesta di arresto. Lo scenario descritto dai magistrati raccontava di presunti rapporti organici con il clan – prima in collegamento con la fazione dei Bidognetti, successivamente con quella degli Schiavone – che avrebbe, tra l’altro, favorito la carriera politica di Cosentino offrendo un decisivo sostegno elettorale in terra casertana. Accuse, sempre respinte con fermezza dall’indagato, che saranno vagliate dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere davanti al quale dal marzo dello scorso anno si sta celebrando il processo. La nuova indagine – che il 6 dicembre porto’ a 50 arresti – per quanto riguarda Cosentino ruota intorno al Centro commerciale ”Il Principe”, che sarebbe dovuto nascere nel 2007 nella zona di Villa di Briano. Un’operazione che secondo i giudici serviva solo a procurare voti al candidato sindaco Cipriano Cristiano e a riciclare denaro, ovvero ”un tentativo di costruire un contenitore apparentemente ‘pulito’ dove poter impiegare capitali mafiosi”, come scrivono i magistrati del Riesame. Cosentino, insieme con l’attuale presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, anch’egli del Pdl (e indagato nell’ambito dell’inchiesta) si sarebbe attivato presso la filiale romana di Unicredit per la concessione di un fido di oltre cinque milioni di euro.

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