NAPOLI – “Se sono vivo è per un miracolo”. Vincenzo Senese lavora come meccanico proprio dove è crollato al suolo un’intera ala del palazzo della Riviera di Chiaia a Napoli. “Se non sono sotto le macerie – racconta – è solo perché sono stato chiamato da un cliente che aveva la macchina parcheggiata 50 metri più in là. Da lì ho assistito al crollo. Prima è venuta giù la parte di sopra e poi si è sbriciolato tutto il resto. Ho sentito un boato, come se fosse una bomba, e le urla disperate della gente”.

“Ero nel palazzo quando il palazzo é crollato”. Diego Fernandes è un commercialista che lavora al secondo piano dell’edificio crollato a Napoli. “Il Palazzo ha cominciato a tremare e siamo usciti utilizzando le scale – dice – perché non erano crollate”. Fernandes racconta che i suoi colleghi si erano preoccupati per forti rumori che avevano sentito già dalle 8 della mattina. “I miei colleghi hanno pensato a un terremoto – afferma – E’ andata via l’elettricità, abbiamo sentito una forte puzza di gas e solo perché non c’era corrente non si sono verificate esplosioni”.

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