NAPOLI – I documenti acquisiti ieri mattina presso la sede del Consiglio regionale della Campania sono all’esame degli investigatori della Guardia di Finanza. Si tratta dei bilanci dei gruppi regionali in cui si fa riferimento alla ripartizione dei fondi e alla rendicontazioni delle somme erogate. Lo scopo dell’indagine è l’accertamento di eventuali irregolarità: in particolare gli inquirenti intendono verificare se vi siano casi analoghi a quelli riscontrati nel Lazio di consiglieri che avrebbero usato il denaro pubblico per fini personali.

Una volta conclusa la prima fase di lavoro “sulle carte”, gli esperti del nucleo di Polizia tributaria della Finanza di Napoli, presumibilmente all’inizio della prossima settimana, faranno il punto sulle indagini con il procuratore aggiunto Francesco Greco, coordinatore della sezione “reati contro la pubblica amministrazione” e con il pm Giancarlo Novelli, titolare dell’inchiesta. Per ora l’attività investigativa è dunque tutta concentrata sulle carte e solo se dovessero emergere elementi significativi si procederà ad altre iniziative, tipo perquisizioni, sequestri e interrogatori. La procura ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di peculato. L’inchiesta è nella sua fase iniziale anche se alcune circostanze che potrebbero configurare un uso improprio dei fondi già sarebbero emerse, come la scoperta che alcune somme dai gruppi consiliari sarebbero state trasferite attraverso bonifici su conti di consiglieri. L’iniziativa adottata ieri dagli inquirenti di spedire i finanzieri nella sede del centro Direzionale è scaturita dagli sviluppi di una precedente inchiesta, che coinvolse nei mesi scorsi, in relazione ad un’assunzione, il consigliere Udeur Ugo De Flaviis. I magistrati non avrebbero proceduto ancora ad altre iscrizioni sul registro degli indagati anche se su questo aspetto viene mantenuto un riserbo assai stretto. Poche le reazioni negli ambienti politici locali, dopo le dichiarazioni rilasciate ieri, a poche ore dal blitz, dal presidente dell’assemblea Paolo Romano e dal governatore Stefano Caldoro che avevano messo l’accento sulla politica di maggior rigore della spesa messa in atto dall’attuale amministrazione. Oggi sulla questione è tornato nuovamente Caldoro: “L’azione di risanamento è cominciata nel 2010 e deve andare avanti”, ha detto il presidente della Regione. “Dal 1970 al 2010 ci sono stati solo aumenti, a partire dal 2010 abbiamo avviato un’azione di risanamento che deve essere portata avanti con tenacia. Per la prima volta si riducono questi costi da oltre 90 milioni di euro a 68 milioni e di questo siamo orgogliosi. Via auto blu, via benefit, via telefonini. Partiamo da vecchie abitudini, ma dobbiamo tagliare e l’abbiamo fatto” ha aggiunto il governatore.

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