I malumori in provincia di Lecco sulla nomina a prefetto di Paolino Maddaloni erano lievitati in questi giorni sulla scorta delle notizie di carattere giudiziario che avevano accompagnato la decisione. Oggi le perplessità espresse con una lettera da 33 sindaci hanno avuto riscontro nella decisione del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, che ha destinato ad altro incarico il prefetto, “esprimendo – si legge in una nota – il proprio apprezzamento per la sensibilità e il rispetto istituzionale dimostrati da Maddaloni che, a seguito di alcune polemiche che hanno accompagnato la sua nomina alla guida della prefettura di Lecco, con una lettera inviata oggi al ministro, ha chiesto di essere assegnato ad altro ufficio”.

“Il ministro Cancellieri – conclude la nota del Viminale -, fiduciosa in una rapida conclusione dell’iter processuale che vede coinvolto il prefetto Maddaloni per fatti risalenti al 2006, ha deciso di destinarlo ad altro incarico”. Oltre un terzo dei primi cittadini della provincia di Lecco aveva sottoscritto la lettera, indirizzata al ministro dell’interno: “Come amministratori del territorio – si leggeva nella lettera – esprimiamo la nostra preoccupazione per la nomina del dottor Paolino Maddaloni. Già prefetto di Frosinone, il suo nome appare nelle indagini (anche se non risulta indagato) condotte dalla DDA di Napoli relative allo scioglimento del Consiglio Comunale Capasenna (Caserta) provocato dall’allora vicesindaco Michele Zagaria anche in collegamento con il clan camorristico dei casalesi: inoltre il dottor Maddaloni è anche a giudizio davanti al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per il reato di turbativa d’asta relativo all’appalto per le centraline per la misurazione della qualità dell’aria a Caserta”. “Al di là della presunzione di innocenza sino a sentenza che vale per ogni cittadino indagato – proseguiva la lettera – chiediamo al ministro dell’Interno di valutare con maggior prudenza l’opportunità di tale nomina che sarebbe meglio avvenisse solo a completo chiarimento dei fatti addebitati al dottor Maddaloni. In un momento difficile per il nostro Paese è necessario che i servitori delle Istituzioni siano non solo integerrimi ma che non vi siano elementi che possano far dubitare l’opinione pubblica della loro integrità morale”. A firmare la lettera sono stati sindaci come Virginio Brivio di Lecco, Andrea Robbiani di Merate, Antonio Colombo di Casatenovo e Marco Rusconi di Valmadrera – alcuni tra i centri più popolosi della provincia – e ancora, Italo Bruseghini, capogruppo Pd in Provincia. Le prime reazioni alla decisione del ministro sono improntate a una generale soddisfazione da parte dei sindaci, per l’accoglimento della richiesta che nei giorni scorsi era stata fatta propria anche dall’onorevole Lucia Codurelli (Pd) con un’interrogazione alla Camera.

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