Un tweet, un cinguettio, non si diffonde nel mondo reale con la stessa velocità e facilità con cui può farlo in rete, su Twitter: OccupyScampia, manifestazione contro il presunto coprifuoco imposto dai clan a Scampia, quartiere a nord di Napoli, contro gli omicidi, è nata sul social network.

Ma in piazza Giovanni Paolo II, nonostante la mobilitazione della rete, non ci sono molte persone. Soprattutto sono pochi gli abitanti del quartiere. “Guardatevi intorno – invita Mirella Pignataro del Gridas – questo non è un posto dove passeggiare. La gente di Scampia non scende in strada per farsi intervistare”. Il Gridas, come Mammut, il centro Hurtado, gli oratori sono da anni attivi sul territorio, per allontanare i ragazzi dalla strada, dare loro alternative o, comunque, far capire che una vita, lontani dalla camorra esiste. “Invece di ‘OccupyScampia’, il nome deve essere ‘Occupiamoci di Scampia – sottolinea Pignataro -. Perche’ occupare un luogo, dà l’idea che sia deserto, ma questo quartiere non lo è. Ci sono persone che lavorano, vivono qui, ogni giorno”. Ben vengano iniziative come quella di oggi, anche se in tanti si sono mostrati contrari, scettici che una sola iniziativa possa aiutare a risolvere i problemi del quartiere. Non possiamo aderire a qualcosa per la quale non abbiamo potuto condividere contenuti, tempi e modi della manifestazione. Il Centro Mammut, dal canto suo, ha precisato di non aver aderito alla manifestazione perché “non possiamo aderire a qualcosa per la quale non abbiamo potuto condividere contenuti, tempi e modi della manifestazione”. “Alla proposta di un incontro con i gruppi locali, quando il 31 gennaio ci è stato comunicata questa iniziativa – fanno sapere – gli organizzatori hanno risposto di non poter aspettare perché altrimenti calava l’entusiasmo del popolo della Rete”. Loro ribadiscono che “é benvenuto chiunque venga qui per conoscere e aderire alle azioni di chi quotidianamente, da anni, lavora per la liberazione di spazi pubblici come piazza Giovanni Paolo II”. Per Chiara Giordano, di Campania in Movimento, quella di oggi é stata “una passerella mediatica di alcuni politici, che cavalcano la notizia di un fantomatico coprifuoco, ma che non servono a risolvere di certo, i tanti problemi che hanno massacrato questo territorio”. Angelo Pisani, il presidente della Municipalità, parla di “flop della manifestazione organizzata dal Pd” perché le persone in piazza sono poche. Pina Picierno, parlamentare del Pd e tra i ‘twittari’ dell’iniziativa sul social network, però, precisa che “in nessun modo OccupyScampia è una manifestazione del Partito democratico”. A partecipare all’iniziativa, ostacolata, secondo molti dei presenti, dal cattivo tempo e dalle temperature molto basse, anche Federico Cafiero de Raho, procuratore della Dda di Napoli, il quale riconosce le buone intenzioni che hanno spinto a organizzare la manifestazione. “Perché fare polemiche? Ogni manifestazione può essere utile” e ribadisce che “Scampia non é un problema di oggi, ma antico. Occorre che non sia un quartiere ghetto”. Tra gli altri anche il prete anticamorra don Luigi Merola per il quale il messaggio dell’incontro di oggi è che “uniti, se si fa squadra si vince. Vogliamo dimostrare che la città è nostra”.

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