CASERTA – Mosse e contromosse. La partita a scacchi nel Pd riserva sorprese in continuazione. E l’esito finale è sempre più imprevedibile. Oggi un’altra svolta. Molti degli esponenti più rappresentativi dei Democratici si sono incontrati nella sede di via Maielli per fissare dei paletti inamovibili.

Presenti alla riunione Rosaria Capacchione, Lucia Esposito, Camilla Sgambato, Giuseppe Stellato, Franco De Michele, Enrico Tresca, Luigi Munno e Marco Villano. Mancavano, ma hanno dato l’ok all’iniziativa, Stefano Graziano per motivi di salute, Dario Abbate perché è fuori città, e Pina Picierno per altri impegni. Anche Enzo e Piero Cappello avrebbero dato il loro via libera.

All’incontro è stato convocato, anzi precettato, Ludovico Feole, che si è visto accerchiato e con le spalle al muro. Al segretario facente funzione è stato detto a chiare lettere che lui non ha nessuna legittimità statutaria a svolgere quel ruolo. “Sei decaduto nel momento in cui il segretario si è dimesso, per cui non hai nessuna prerogativa politica per convocare la direzione o per prendere altri provvedimenti”, questo il succo del discorso, fatto a muso duro, a Feole. Che non ha battuto ciglio.

Ma non solo. Stop ai colpi di coda e a strappi che rischiano di far deflagrare il Pd. I presenti hanno detto forte e chiaro: “Da oggi si cambia rotta e si torna alla gestione collegiale decisa durante le parlamentarie, dopo le dimissioni del segretario”. E basta con le forzature sul tesseramento. Un fuoco di fila che ha costretto Feole ad alzare bandiera bianca. Anche quando gli è stato chiesto, o meglio imposto, di convocare un tavolo, entro questa settimana, o al massimo all’inizio della prossima, con i parlamentari e i candidati alle Politiche.

Solo allora si potrà fissare la direzione provinciale (che Feole aveva annunciato per l’11 marzo) per affrontare quattro punti cardine per il futuro del Pd. Il primo: definire i tempi per prolungare il tesseramento. Il secondo: stabilire le modalità di controllo e gestione della campagna adesioni. Il terzo: organizzarsi in vista delle elezioni amministrative. Il quarto: mettere a punto la macchina che traghetterà il partito al congresso provinciale.

Insomma, si prefigura una riedizione, con forme diverse, del comitato di reggenti che fu costituito durante le parlamentarie, dopo le dimissioni di Abbate.

E Caputo e i suoi? Secondo i promotori dell’incontro di oggi, il consigliere regionale, assieme alle altre figure istituzionali più importanti, come il capogruppo provinciale, sindaci e capogruppo al comune di Caserta, dovranno contribuire ad avviare questa nuova fase. E i renziani? Anche loro ovviamente dovrebbero essere della partita. Caputo e Marino saranno d’accordo? Improbabile.

Nel Pd la partita a scacchi è ancora in corso. E già nei prossimi giorni ci potrebbero essere le contromosse dei renziani e dei caputiani. Chi farà scacco matto? Chissà. Per ora la scacchiera è stata strappata dalle mani di Feole. E le pedine si sono rimescolate.

Mario De Michele

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