Ormai lo spettacolo che sta andando avanti a Parete sta assumendo i caratteri della tragicommedia e l’attore principale è come sempre il primo cittadino Gino Pellegrino. Nella sua crociata  dei test rapidi per il Coronavirus scavalca qualsiasi ente e istituzione. E nonostante sia stato richiamato più volte, continua imperterrito nella sua triste opera di autocelebrazione. Gli avevamo consigliato di non eccedere per non cadere nel ridicolo. Un appello lanciato nel vuoto. Totalmente inascoltato. Tanta è la voglia di apparire che non si presta ascolto a nessuno. I responsabili dell’Asl? Per carità, lanciano solo accuse. La Regione Campania? Vorrebbe solo emulare la conduzione ‘pellegrina’. Ma del resto il primo cittadino in un post pubblicato il 17 aprile lo ha detto chiaramente: “L’alternativa alla nostra iniziativa è il NULLA”. Come dire che tutte le intelligenze messe in campo in tutto il mondo non possono competere col brillante Pellegrino. Non proferiamo parola, è una osa che si commenta da sola. Per quanto riguarda i test tanto vituperati dalla fascia tricolore paretana vorremmo porre l’attenzione su un passaggio del post del 17 aprile: “I test sono certificati CE, autorizzati dal ministero della Salute alla libera vendita nelle farmacie”. Dunque, i test sono sì autorizzati e con libera vendita, quindi non si capisce ancora perché dovrebbe essere un centro privato ad effettuarli. “La sensibilità del test è elevata 96-98%.” Una cosa per la quale gli scienziati di tutto il globo, dopo 9 giorni, stanno ancora ridendo. I ricercatori si stanno scervellando da mesi per trovare dei test che superino un’attendibilità del 90%, raggiunta attualmente solo dai tamponi rino-faringei, e a Parete ne hanno già di più performanti. Condividete la grande scoperta con le comunità scientifiche, di grazia! Apriamo una parentesi sulla comparsata di Pellegrino a “Pomeriggio 5”: dal servizio andato in onda sulla nota trasmissione sarebbe emersa la conferma del buon operato della fascia tricolore paretana. Una cosa che ha messo a dura prova facendo trasalire persino uno dalla proverbiale pacatezza come l’ex sindaco Raffaele Vitale che, uscito temporaneamente dallo stato di ibernazione, si è visto costretto a intervenire sulla questione spiegando pazientemente che le interviste su Canale 5 non certificano assolutamente niente. Sempre in merito alla trasmissione in onda su Canale 5 vorremmo fare un paragone con Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli, il quale ha rifiutato per due volte l’invito a partecipare al programma condotto da Barbara D’Urso. Gino Pellegrino invece si è fiondato davanti alle telecamere. Valutino i lettori le differenze tra i due primi cittadini. Noi non vogliamo influenzare nessuno.

Arriviamo a due giorni fa. L’Unità di crisi della Regione Campania ha diffidato il sindaco di Parete a usare i test rapidi. Un epilogo scontato visto lo scontro che lui ha aperto con l’ente regionale e l’Asl di Caserta. La Regione Campania contesta a Pellegrino di aver messo a rischio la comunità e che i test in questione sono autorizzati solo in ambito ospedaliero. Un appunto: Pellegrino aveva avuto l’ardire di fare un paragone tra l’utilizzo dei test in ospedale e l’uso pubblico per giustificare l’eventuale ‘falso negativo’ e si domandava se in quel caso non fosse ugualmente pericoloso. Ripetiamo, una struttura ospedaliera, specializzata nella materia e preparata all’occorrenza a porre argini al problema, messa a confronto con una qualsiasi. Vogliamo giustificare la cosa come un tentativo di uscire dall’impasse nella quale si è catapultato da solo. Ma non è finita qui. Anche dopo la diffida il tenace sovrano del regno di Parete persevera e ribatte ancora una volta. Sostiene che non sono screening di massa ma rivolti solo a determinate categorie. E qui non possiamo non porci un interrogativo: cosa cambia? Ipotizziamo che un operatore della Protezione civile, nella sua opera di assistenza ai bisognosi venga certificato dal test rapido come negativo mentre non lo è, cosa potrebbe succedere? Attendiamo nuove. Successivamente sire Pellegrino sostiene che anche in caso di falsa positività non si aggraverebbe la situazione perché i soggetti ai quali è stato effettuato il test sono comunque persone costrette a uscire di casa e quindi obbligati a svolgere delle mansioni. E qui sorge allora un altro interrogativo: sta implicitamente dicendo che allora i test rapidi non servono a niente? Sono stati un inutile spreco di risorse e di tempo? Speriamo di no. Sarebbe veramente un paradosso che pur di andare contro le istituzioni sovracomunali si sostenga l’inutilità della propria iniziativa. Un ultima: Pellegrino sostiene che De Luca nel suo ultimo aggiornamento di venerdì abbia detto che la Regione intende fare gli screening di massa e che quindi lui l’ha anticipata (ma nella replica alla diffida ha detto che non si tratta di screening di massa). Però omette che nello stesso discorso De Luca ha di nuovo condannato l’iniziativa individuale (come Comune, altrimenti sarà di nuovo ripetuto che non è stata un’iniziativa del solo sindaco). Talvolta, repetita iuvant, sarebbe opportuno ammettere di aver commesso un errore e comprendere che esistono delle scale gerarchiche e delle professionalità che vanno rispettate. Altrimenti se è vero che si strappa un applauso delle truppe cammellate nel contempo si potrebbe creare un danno a tutti gli altri.

Luigi Viglione

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