Ahmad Walik Karzai, fratellastro minore di Hamid Karzai e figura potente e controversa nel tormentato sud dell’Afghanistan, e’ stato ucciso nella sua casa di Kandahar. A freddarlo nel suo studio e’ stato Sardar Mohammed, frequentatore abituale e fidato del fortino-superprotetto nel centro della citta’ e comandante di una postazione di sicurezza vicino Karza, piu’ a sud.

I due erano da soli quando l’assassino ha estratto la pistola e ha sparato due colpi alla testa del quarantanovenne. A quel punto hanno fatto irruzione le guardie del corpo che lo hanno ucciso. Ora a Kandahar, citta’ che fu la culla del regime talebano e in cui sono concentrati gli sforzi del ‘surge’ americano, si apre un pericoloso vuoto di potere. I talebani si sono affrettati a rivendicare l’attentato, ma c’e’ chi nutre dubbi sul fatto che dicano il vero. Il governatore di Kandahar, Tooryalai Wesa, ha affermato che l’omicida era “una persona fidata”, al punto che ogni volta che Hamid Karzai e suo fratello Qayoum Karzai venivano a Kandahar, la responsabilita’ della sicurezza era affidata a lui. Il presidente afghano, raggiunto dalla notizia poco prima dell’incontro con il presidente francese, Nicolas Sarkozy, giunto a sorpresa a Kabul, ha detto che “questa e’ la vita di tutti gli afghani: spero che possano un giorno finire questi dolori che toccano ogni famiglia afghana”. Il movente dell’omicidio non e’ chiaro: la sparatoria e’ avvenuta mentre Karzai riceveva come ogni mattina le decine di postulanti che quotidianamente gli rendevano omaggio, per chiedere consiglio o magari appoggio per qualche progetto o disputa tribale. Potentissimo, piu’ volte investito da accuse di corruzione e probabilmente implicato nel traffico di oppio nel Paese, il fratellastro di Karzai traeva la sua influenza non tanto dalla posizione di capo del Consiglio provinciale quanto dai suoi legami tribali e famigliari e dalla fortuna che era riuscito accumulare, da quando -salito al potere il fratello- aveva deciso di abbandonare ii ristorante in Usa ed era rientrato in patria. Dai cablogrammi riservati della diplomazia Usa finiti su Wikileaks, all’inizio dell’anno, risulta che gli americani lo considerassero un uomo molto corrotto. Era gia’ sfuggito a due attentati, uno nel maggio del 2009; un altro qualche settimana prima. E adesso, il suo assassinio apre una serie di interrogativi, non solo sul rischio di infiltrazioni nell’entourage di Karzai, ma anche sul futuro di Kandahar.

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