Che a Sant’Arpino non si capisce praticamente più nulla sul piano politico-amministrativo non è una novità. Da mesi ormai se ne vedono di tutti i colori sia per le alleanze elettorali, ad esempio con un candidato sindaco ancora del tutto ipotetico, Iolanda Boerio, che urla ai quattro venti “voglio la fascia tricolore”, sia per l’azione di governo, con il primo cittadino Giuseppe Dell’Aversana che interviene pure sul surriscaldamento climatico mondiale mentre tace sulle dimissioni dell’assessore Gennaro Capasso. Insomma la scacchiera è saltata completamente spazzando via tutti i pezzi in modo trasversale. Nella maggioranza la temperatura è rovente più di quella delle giornate di caldo di questi giorni. Il Terzo Polo invece di prendere una forma solida rischia di diventare un Polaretto. L’unico che naviga in acque tranquille, almeno finora, è Eugenio Di Santo che pur stando a guardare si rafforza grazie alla lunga serie di errori altrui. Autogol a raffica che consentono all’ex sindaco di pontificare sugli avversari a mezzo Fb, anche se qualche post appare fuori luogo, soprattutto quelli che strizzano l’occhio a noti “abusivi indigeni”. Fatto sta che Dell’Aversana e company sembrano accaniti fan di Nanni Moretti. E del cineasta romano hanno sposato la celebre frase: “Continuiamo così, facciamoci del male”. L’autolesionismo della maggioranza ha raggiunto livelli preoccupanti, al punto che “normali” dimissioni, quelle di Capasso, per “evidenti” motivi politici sono state strumentalizzate talmente tanto da far gridare “al lupo al lupo” qualcuno trafitto da un raggio di sole. Eh sì, nelle follie santarpinesi di inizio estate di fronte alla spugna gettata da Capasso c’è anche qualche dietrologo che ha lanciato l’allarme camorra. Follia pura.

Gennaro Capasso

Come se non si sapesse che l’assessore all’Urbanistica già da tempo viveva con insofferenza una serie di problematiche amministrative, in particolare quelle legate ai comparti dell’housing sociale, tematiche sollevate con forza da Salvatore Lettera, altro componente dell’esecutivo. Come se non fosse noto che una divergenza di vedute, riguardante sempre gli alloggi per le giovani coppie, tra Capasso e il consigliere Ernesto Di Serio da un lato e il segretario comunale Fabiana Lucadamo dall’altro aveva infastidito e non poco l’ex assessore. Come se non si conoscessero i numerosi “conflitti di interessi”, incluso quello di Capasso, in vista dell’approdo del Puc in consiglio comunale. A proposito, l’ormai ex membro della giunta come si comporterà rispetto al varo dello strumento urbanistico? Al netto delle questioni politico-amministrative il sindaco non è stato in grado di spegnere subito un inizio di incendio alimentato da fandonie e stupidaggini. Su sollecitazione di Mimmo Iovinella, che ha chiesto spiegazioni sulle motivazioni alla base delle dimissioni di Capasso, in assise Dell’Aversana è rimasto in silenzio. Sconcertante. Lui che discetta finanche del rischio di estinzione dei pesci palla. Politicamente “geniale” la decisione del presidente del civico consesso Ivana Tinto di rimarcare come “la questione non fosse all’ordine del giorno”. Una scelta, unita all’innaturale mutismo del primo cittadino, che ha spinto qualcuno a interpretare in malafede un passaggio della nota di Capasso: “Non posso continuare a lavorare tranquillamente per il paese”. Ed ecco che dal gregge si è levata la voce: “Oddio, è camorra!”. Totò risponderebbe con un bel “mi faccia il piacere, se ne vada!”. Nel frattempo Capasso ha pubblicato ben due post per spiegare che la criminalità non c’entra nulla. A sua volta Dell’Aversana ha chiesto all’assessore dimissionario di ripensarci: “Torna, sta’ casa aspetta a te!”. Il sole batte forte sopra il Palazzo ducale Sanchez De Luna a Sant’Arpino. Più di uno è con le “scolle” in fronte.

IL SECONDO POST CHIARIFICATORE DI GENNARO CAPASSO

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